Il Ludogorets Razgrad, squadra di Razgrad, Bulgaria, ha ora un eroe. E’ Cosmin Moti, difensore rumeno con un breve passato al Siena di Marco Giampaolo. E’ il 90esimo minuto di Ludogorets-Steaua Bucarest, valida per accedere ai gironi di Champions League, e Vladislav Stojanov, portiere della squadra bulgara, si fa espellere. Georgi Dermendzhiev, allenatore del Ludogorets, ha già fatto tre cambi e decide di affidare la sua porta a Cosmin Moti. Il difensore segna subito un penalty ed è pronto a parare i rigori. E ci riesce. Rapa e Parvulescu si lasciano ingannare dai movimenti “alla Dudek” del 30enne Cosmin, la Steaua saluta la Champions, il Ludogorets è in paradiso. Il presidente della compagine bulgara, Aleksandar Aleksandrov, ha dichiarato alla stampa che intitolerà a Moti una tribuna del nuovo stadio della sua squadra.
Il caso di Cosmin Moti è solo uno dei tanti episodi riguardanti i “portieri improvvisati”.
E’ il 3 Novembre del 1976. Coppa dei Campioni, ritorno del secondo turno. Borussia Moenchengladbach – Torino. Dopo aver perso la gara di andata in casa per 2-1, i granata, orfani di Sala e Pecci, vogliono battere i tedeschi e superare il turno. La “fiscalità” dell’arbitro belga Delcourt rende complicata la rimonta: il direttore di gara espelle il difensore Caporale, la mezzala Zaccarelli e infine il portiere Castellini, uscito a valanga fuori-area sul neo-Pallone d’Oro Alan Simonsen. In porta va Francesco “Ciccio” Graziani. L’attaccante, anche a detta del giovane giornalista Giampiero Galeazzi, si disimpegna bene. Nonostante diverse parate e una splendida di piede nei confronti di Simonsen, il Torino esce dalla Coppa dei Campioni con un triste ma epico 0-0.
Ovunque, anche in porta. L’istancabile Damiano Tommasi, centrocampista della Roma, il 12 gennaio 1997, in Roma-Perugia, valida per la 16esima giornata di serie A, sostituisce Cervone, espulso per un tocco con le mani fuori dall’area. Massimiliano Allegri – proprio lui, l’attuale allenatore della Juventus – tira una punizione centrale ma potente nello specchio, Tommasi risponde con una paratona deviando oltre la traversa. Pacche sulle spalle, complimenti dai compagni, partita vinta. Per 4-1. “Vogliamo undici Tommasi!”.
Il 17 ottobre 1999, allo stadio “Via del Mare”, si gioca Lecce-Reggina, 6a giornata di campionato di Serie A 99/2000. Chimenti, futuro portiere juventino, reagisce violentemente dopo un fallo di Cirillo e viene espulso. Nessuna sostituzione effettuabile. Va in porta il centrocampista brasiliano Francisco Govinho Lima che difende i pali giallorossi per ben 11 minuti. Dopo tre meravigliose parate il giocatore viene portato in trionfo dai compagni. Un sogno, dopo quello di giocare in Italia.
Il 7 novembre 1999 vede protagonista improvvisato Fabio Alves da Silva, noto in Italia come Bilica, difensore del Venezia di Zamparini. Milan – Venezia, San Siro. Al 30esimo del secondo tempo Casazza, portiere veneziano, atterra Shevchenko lanciato a rete. Sul dischetto c’è proprio campione ucraino ma nella porta veneziana va Bilica, difensore. Sheva tira rasoterra ma il “momentaneo portiere” intuisce e para. Sulla respinta tira Boban, ancora una parata. La palla finisce sui piedi di Pierluigi Orlandini che segna di destro. Il Milan vince 3-0 e, per la cronaca, tra i rossoneri segnano due mostri sacri come Weah e Bierhoff.
Il 21 marzo 2002 l’eroe è Javier Francisco Farinos, giovane centrocampista-promessa dell’Inter. Gara di ritorno dei quarti di finale di Coppa Uefa, Valencia-Inter. All’andata è finita 1-1 e l’Inter vuole raggiungere la finale. A sbloccare il risultato, al secondo minuto, ci pensa Nicola Ventola, che scambia con Kallon e supera Canizares con un preciso pallonetto. Il Valencia attacca per tutta la partita, Toldo risulta fondamentale in più occasioni. Poi, ingenuamente, nel finale si fa buttare fuori per doppia ammonizione, dopo due perdite di tempo. In porta va Farinos che, con i guantoni del portiere italiano, circa 12 misure più grandi delle sue mani, si trasforma in eroe e para di tutto. Sei minuti storici per un centrocampista pagato 36 miliardi e con sole due presenze dal 2000 al 2005. I nerazzurri vanno in finale, li aspetta il Feyenoord con il quale, sfortunatamente, perderanno.
Memorabile anche il ritorno degli ottavi di Coppa Italia del 2004-2005. E’ il 20 novembre e si affrontano l’Udinese di Luciano Spalletti e il Lecce di Zdenek Zeman. I friulani hanno vinto all’andata per 4-3 ma il risultato è ancora in bilico, vista la propensione all’attacco delle squadre del boemo. E’ la sfida tra Totò Di Natale e David Di Michele, i bomber dei due team Entrambi segnano una splendida doppietta ma è l’attaccante friulano ad entrare nella storia. Al 91esimo Samir Handanovic si fa espellere per fallo da ultimo uomo su Ledesma e Vucinic, promessa della Serie A, va sul dischetto. David Di Michele si improvvisa portiere. Ipnotizza il calciatore montenegrino e porta avanti i suoi. Il match finisce 5-4. “Spalletti aveva chiesto a Muntari di andare in porta, ma ho voluto andarci io”, dichiara a fine gara il centravanti di Spalletti. “In allenamento spesso mi diverto in porta, come d’estate giocando sulla sabbia. Il segreto di questa parata? Ho ragionato da attaccante e ho capito che avrebbe tirato al centro pensando che io mi buttassi. Ho indovinato”, conclude l’attaccante.
Gennaro Delvecchio si è improvvisato portiere per ben due volte. Nel 2005 gioca nel Lecce e, contro il Treviso, sostituisce Sicignano al 42esimo, espulso per fallo su Emaniele Filippini. Il Lecce perde ma il centrocampista pugliese, in pieno recupero, respinge un tiro a botta sicura di Fava. In seguito, il 17 dicembre 2006, in un Reggina-Sampdoria, Delvecchio prende il posto del portiere blucerchiato Berti, infortunato, e negli ultimi minuti para anche un tiro di Mesto. “Dove mi collocherei nel 4-4-2? Pur di giocare, anche in porta”, ha dichiarato qualche anno fa il centrocampista prima di passare all’Atalanta.
In Inghilterra anche Phil Jagielka è balzato agli onori della cronaca. In un match contro l’Arsenal, il 30 dicembre 2006, il difensore, con la maglia dello Sheffield Utd, prende il posto di Paddy Kenny ed è costretto a difendere la porta per 34 lunghissimi minuti. Il difensore si dimostra prontissimo e salva anche su tiro di Robin Van Persie. A fine gara Neil Warnock, manager dello Sheffield, dichiara: “Non ho avuto paura quando Jagielka è andato in porta, lui non era preoccupato e nemmeno io . E’ l’unica chance che ha avuto per essere man of the match”.
“Ireland’s number one” – “Il numero uno d’Irlanda”. E’ questo il coro che i tifosi del Manchester United dedicano a John O’Shea, difensore, il 4 febbraio 2007. La sfida di campionato è contro il Tottenham e, nei minuti finali, Van Der Sar alza bandiera bianca ed esce infortunato. Ferguson manda in porta il terzino irlandese che, eroicamente, si dimostra più che affidabile e nega anche il goal al compagno di Nazionale Robbie Keane. “Ogni volta che avevano la palla la folla gridava ‘tira!’e quando ho visto Robbie avvicinarsi ho pensato che stava per infilare il pallone tra le mie gambe. Ma ho avuto fortuna!”, dichiara il difensore-portiere a fine gara. “E’ un momento speciale che ricorderò sempre”, ammette il giocatore. Ferguson è raggiante: “Lo chiameremo ‘Il Gatto!’”.
Il 24 novembre 2012 ha visto un fantastico momento di gloria per un giocatore criticatissimo in Italia, Felipe Melo. Nel finale di Elazigspor-Galatasaray, valida per la 13esima giornata di campionato, il centrocampista giallorosso brasiliano va in porta dopo l’espulsione dell’ex portiere laziale Fernando Muslera, sbattuto fuori all’89esimo. Felipe indossa i guantoni, si butta alla sua destra, para il rigore di Turkdogan e esulta gattonando. La formazione di Fatih Terim vince per 1-0, Melo diventa un eroe.
E’ ancora l’Inter, il 18 dicembre 2012, ad avere un portiere improvvisato in casa. Agli ottavi di finale di Coppa Italia i nerazzurri affrontano l’Hellas Verona. Al 35esimo del secondo tempo Castellazzi esce per infortunio, Stramaccioni non ha più sostituzioni. Va Palacio in porta. Fa strano vedere un attaccante tra i pali ma il Trenza si dimostra più che sicuro e nega, con una splendida parata, il goal ai veronesi su colpo di testa di Carrozza. L’Inter vince 2-0 e Palacio dimostra di essere forte anche in porta. “All’inizio Chivu ha detto che ci andava lui [in porta], ma il mister ha voluto uno tra me ed Alvarez. Il portiere lo avevo fatto solo da piccolo con gli amici in spiaggia, mai in partita”, dichiara l’attaccante ai microfoni di Inter Channel.
Gianpaolo Santoro, giornalista del Mattino e del Roma e autore del libro “La solitudine dei numeri uno” ha scritto: “Il portiere non è uno degli undici, è qualcosa di diverso. La sfida è insita nel ruolo, uno contro tutti, la difesa della porta, come la difesa della terra santa”.
Onore, quindi, ai portieri improvvisati.