“Porca puttena”: Banfi, lo spot e il fanatismo perbenista, potrebbe essere a buona ragione il titolo di un film reminiscenza degli anni settanta e di tutto quel filone che ha fatto la fortuna del comico pugliese. Cambiano i tempi e d’emblée una mattina ti svegli e ti accorgi che non si può dire più, che qualche organizzazione è insorta perché è diseducativo per i bambini (?!) ‘in fascia protetta’ sentire sconcezze così.
Ecco che ti trovi a scuotere la testa come quando non riesci a capire per un deficit di attenzione o perché sei assonnato; ma che cavolo stanno dicendo è la domanda che ti rimbomba in testa e continui a leggere la notizia della censura dello spot da questi ‘novelli Savonarola de noantri‘ incredulo ed ancora in maniera più incredula leggi della grandissima azienda in questione che si uniforma e ritira lo spot incriminato.
Lo sbigottimento presto lascia il posto ad una visione più scanzonata in omaggio proprio al Banfi nazionale che di battute nella sua carriera ne ha usate davvero tante, ti accorgi di essere un po’ vecchiotto perché quelle battutine o battutacce te le ricordi tutte e pure i film scollacciati in cui erano contenute.
Terrore: bisognerà fare coming out anche per questo? Ebbene si i film del filone commedia sexy all’italiana li ho visti, quanti pater, ave e gloria dovrò recitare? Mi dovrò vergognare con i miei figli? Sono un essere spregevole ed incline alla trivialità gratuita? Questi sì che sono i veri problemi esistenziali, mica no.
“Porca puttena”, i B-movie e i C-movie
Lungi dal voler intavolare qui un saggio per la rivalutazione di tutto quello che è stato l’apparato dei cosiddetti B-Movie e C-Movie di quegli anni che farebbe diventare pretenzioso quanto scriviamo almeno al pari delle censure bigotte e anacronistiche che andiamo leggendo in questi giorni, concentriamoci sul fatto che uno spot rimane pure sempre solo uno spot e tale deve essere.
Il linguaggio usato dai media oggi è sicuramente da discutere sotto vari punti di vista ma senza mai perdere di vista il contesto ed i limiti della discussione che mai e poi mai può sfociare in censure anacronistiche e bacchettone imposte sulla base di pregiudizi spacciati per principi.
“Porca puttena”: chi dovrebbe insorgere non lo fa
‘Porca puttena’ al più avrebbe dovuto far insorgere le lavoratrici del sesso a pagamento che si sarebbero dovute sentire offese, ma nessuna ‘associazione di categoria’ ha elevato proteste di alcun tipo, o almeno non ci risulta. Eppure il tormentone era iniziato con gli europei di calcio dove i calciatori della nazionale ne hanno fatto un vero e proprio portafortuna unito alla canzoncina che esaltava polpette e cotolette ( oddio ma i vegani non hanno detto nulla di ciò?)
L’azienda ha ritirato lo spot per motivi di opportunità e nessuno potrà mai dire nulla in merito perché si è mossa, giustamente, in maniera conseguenziale ed anche logica visto che rischiava di diventare da pubblicità popolare una cattiva pubblicità per il brand stesso anche se, ripetiamo, non c’era nulla di turpe o che i “bambini” non potessero insegnare loro a noi. A buon intenditor…
Lo spot sostitutivo è, ovviamente, scialbo e banale così come ogni uniformarsi a pregiudizi bacchettoni e moralisti.
Peccato dover pensare che ancora oggi c’è chi non ha null’altro da fare che interessarsi della morale (o doppia morale) pubblica degli altri tentando di ricacciare il Paese indietro di decenni e non già al secolo scorso ma a molto prima.
Stessi enti che poi mostrano inorriditi i video dei taliban in Afghanistan che condannano parlando di medio evo. Magari un poco di sana coerenza non farebbe male a nessuno ed aggiornare , soprattutto, la concezione di bambini e donne che si rifaccia meno all’integralismo cattolico a buon mercato ed a concezioni sociali, quelle si, davvero superate da decenni non sarebbe male.