Il 30 novembre 2010 cadde il muro perimetrale della Casa del Moralista, chiusa da sempre al pubblico e situata a solo 20 metri dalla Casa dei Gladiatori. Il cedimento riguardò sei-sette metri di materiale formato da tufo e calcare che formavano un muro di fondo, contenimento al peristilio e al giardino della domus. Sandro Bondi, allora Ministro dei Beni culturali, il muro andato giu era stato “rifatto nel dopoguerra” e dichiarò di evitare “inutili allarmismi”. Il crollo, affermò il ministro, riguardava “un tratto di mura di cinta in tufo e calcare già crollato nel corso dei pesanti bombardamenti dell’aviazione statunitense nella notte tra il 19 e il 20 settembre 1943 e completamente rifatto all’indomani della guerra”.
Il 22 ottobre 2011 rovinò al suolo un muro realizzato con la tecnica Opus incertum, situato in una zona aperta al pubblico, vicino alla Porta di Nola, nei pressi della cinta muraria dell’antica Pompeii. La causa fu attribuita a “un violento nubifragio” che aveva “flagellato l’area vesuviana”. Nel frattempo Giancarlo Galan aveva sostituito il ministro dimissionario Sandro Bondi. Leoluca Orlando, all’epoca portavoce dell’Italia dei Valori in Parlamento dichiarò: “In un altro Paese, il ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Galan, si sarebbe già dimesso. Dopo il fallimento del suo predecessore, anche Galan ha dimostrato di non essere in grado di ricoprire il suo ruolo. Prima che avvenga un altro disastro chiediamo che il ministro venga in Parlamento a riferire su quanto accaduto”. Il ministro rispose pubblicamente: “Ho più volte pubblicamente espresso tutta la mia preoccupazione per gli effetti che avrebbero potuto provocare le prime violenti piogge su Pompei. Proprio per questo abbiamo lavorato per presentare al commissario europeo un piano efficace per il recupero e la messa in sicurezza del sito ed abbiamo disposto un affiancamento, gia’ operativo, alla sovrintendenza perche’ si inizi da subito a provvedere con le azioni di messa in sicurezza piu’ urgenti. Pochi giorni dopo, il 26 ottobre, Galan dichiarò: “Ho detto che mi sento sotto esame solo perché sono una persona prudente. Però è fatta: i 105 milioni dell’Ue ci sono”.
Il 26 giugno c’è stato un ennesimo crollo agli Scavi. “Due cedimenti strutturali” sono crollati in una bottega a Vicolo Storto, che si trova nella Regio VII, Insula 3, civ. 37 del sito archeologico pompeiano. Lo ha riferito la Soprintendenza Speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia: “I cedimenti, sollecitati probabilmente dal maltempo e dalle piogge di questi giorni, sono stati individuati in due diversi ambienti della bottega”.
Mica vogliamo comportarci come Totò e Peppino? “Ma come? Invece d’andare in città m’hai portato a Pompei, tutti ruderi?!”.