Il Comitato promotore per il marchio di tutela del Pomodoro Pelato ha presentato oggi al MiPAAF e alle Regioni Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise e Puglia la domanda per il riconoscimento dell’IGP Pomodoro Pelato di Napoli.
“È stato un lungo ed impegnativo lavoro – afferma il Presidente del Comitato Promotore IGP, Lino Cutolo – che, mi auguro, produrrà importanti risultati. L’IGP del Pomodoro Pelato, mettendo in evidenza le caratteristiche del prodotto, la qualità, la tradizione, la genuinità e il forte legame con il territorio, potrà portare ad una crescita dei consumi e ad una ripresa del mercato, il cui trend da anni è in continua flessione. Non è più possibile rimandare, altrimenti le nostre aziende e il comparto saranno destinati ad un lento declino”.
Grande soddisfazione è stata espressa dall’ANICAV, l’Associazione Nazionale degli Industriali Conservieri, che ha assistito il Comitato Promotore nel processo istruttorio.
“L’ANICAV, accogliendo le istanze provenienti dalle aziende associate presenti nel Bacino centro meridionale che trasformano pomodoro pelato intero – dichiara il Direttore Generale dell’Associazione, Giovanni De Angelis – negli ultimi anni, si è fatta promotrice di un percorso volto a tutelare il pomodoro pelato attraverso il riconoscimento di una IGP che potesse diventare uno strumento utile a fronteggiare le difficili scommesse del mercato globale e valorizzare un prodotto, caratteristico delle aziende del Mezzogiorno, che rappresenta una delle eccellenze della tradizione agroalimentare italiana nel mondo”.
La tipicità del pomodoro pelato è data dal fatto che si tratta di un pomodoro inscatolato intero che testimonia, fisicamente e visivamente, la consistenza e le caratteristiche del prodotto anche una volta conservato in scatola ed è legata, in particolare, alla tecnica di produzione utilizzata.
Il pomodoro pelato intero, ottenuto dalla lavorazione di varietà allungate, viene trasformato seguendo il tradizionale processo produttivo che, negli anni – nonostante l’avanzata dei più complessi e funzionali strumenti tecnologici in grado di innalzare i livelli di sicurezza del prodotto – non è sostanzialmente cambiato, in particolare per quanto riguarda le operazioni manuali di cernita, in cui l’elemento umano rappresenta un fattore indispensabile, che costituisce la parte più importante dell’intero processo produttivo e rappresenta il fondamentale presupposto per garantire un prodotto di alta qualità.
“La tutela del pomodoro pelato – conclude Cutolo – consentirà anche di contrastare, sui mercati internazionali, il fenomeno dell’italian sounding che danneggia i nostri produttori e ci sottrae risorse economiche. Stiamo continuando, infatti, a cedere quote di mercato ad altri Paesi che propongono pomodori pelati che ricordano “l’immagine italiana”, ma nei quali, molto spesso, non solo il luogo di produzione, ma nemmeno il pomodoro, sono italiani.”