Politica, informazione e giustizia sono conciliabili? Una domanda a cui tanti cercano di dare risposta. Carlo Bartoli Presidente dell’Ordine dei Giornalisti intervenendo in apertura della conferenza stampa del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha esordito con un’introduzione che suonava più o meno così.
“In questa sala ci sono alcuni banchi vuoti: la Federazione nazionale della stampa ha inteso disertare per protesta la conferenza. Una protesta che nella sostanza condivido. Ci allarma l’approvazione avvenuta nei giorni scorsi di un emendamento che rischia di far calare il sipario sull’informazione in materia giudiziaria”
Sottolineando subito dopo come siano distruttive della libertà d’informazione le ultime ‘riforme giudiziarie’.
“L’Italia da anni è sotto osservazione delle istituzioni europee per l’elevata mole di azioni giudiziarie intimidatorie contro i giornalisti . Per questo chiediamo di ripensare a fondo la riforma della diffamazione in discussione al Senato; una proposta che non disincentiva in maniera seria le liti temerarie e comprime invece, a nostro avviso in maniera ingiustificata, il diritto dei cittadini a un’informazione libera e approfondita. Speriamo che il Parlamento non ripeta l’errore commesso nella scorsa legislatura, quando ha approvato le norme sulla cosiddetta presunzione di innocenza: un principio sacrosanto che la legge non ha saputo difendere, ma la cui applicazione ha prodotto l’oscuramento di tantissime notizie di cronaca”.
Noi ci permettiamo di dissentire anche perchè crediamo che in questo sacrosanto discorso, però, si siano un po’ intrecciate diverse cose che magari non sono proprio intrecciabili e alla fine quanto detto sembra un po’ forzato o per lo meno parziale.
Assolutamente condivisibile in toto l’ultima parte del discorso del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti.
“Quest’anno abbiamo ricordato i 60 anni dell’Ordine. Non una autocelebrazione, ma un momento di riflessione sulla storia del giornalismo italiano, sul suo presente e sul suo futuro. Una riflessione che ci porta a chiedere ancora una volta che il Parlamento approvi una riforma della professione che attendiamo da diversi decenni. Nell’epoca dell’Intelligenza artificiale siamo ancora inchiodati a norme pensate e approvate il secolo scorso. Abbiamo presentato la nostra proposta, unanime, speriamo di avere l’ascolto delle istituzioni”
Peccato solo avere avuta una conferenza stampa con poche domande a pungolo della Presidente del Consiglio e tante considerazioni alla fine davvero superflue.
Foto da www-odg.it