Il Policlinico Federico II di Napoli ha attivato il percorso di emergenza stroke h24 e 7 giorni su 7, previsto dal piano ospedaliero della Regione Campania.
L’ictus, come l’infarto del miocardio, è una patologia tempo-dipendente; questo significa che è fondamentale intervenire tempestivamente, perché una diagnosi precoce e il trattamento più appropriato entro le 6 – 8 ore dall’insorgenza dei sintomi possono portare in almeno il 50% dei casi ad una totale guarigione del paziente, altrimenti condannato ad un deficit funzionale permanente o addirittura al decesso. Il percorso stroke nasce proprio per l’attivazione tempestiva del trattamento di questa patologia in base a sintomi, età e tempo di insorgenza di specifici campanelli d’allarme.
La Direzione generale del Policlinico federiciano che, grazie alla Regione Campania, ha fatto importanti investimenti in risorse umane e tecnologie, ha dunque stipulato due convenzioni per il trattamento dell’ictus ischemico ed emorragico con le Aziende sanitarie locali Napoli 2 Nord e Napoli 3 Sud, che ad oggi sono prive di Neuroradiologia interventistica. Anche se, va detto, l’attivazione della rete stroke al Policlinico gioverà anche ad alcuni ospedali che sono gravati da maggiori problemi di sovraffollamento.
Il nuovo protocollo si attiva per i pazienti che arrivano nei pronto soccorso dei presidi delle ASL con sintomi di ictus ischemico o emorragia subaracnoidea. Viene fatta una Tac e quindi attivata l’equipe di Neuroradiologia interventistica della Federico II, in servizio h24, 7 giorni su 7. Il paziente, senza ulteriori accessi di pronto soccorso, viene trasportato d’urgenza al Policlinico federiciano direttamente in sala angiografica dove, verificato lo stato di perfusione dell’area cerebrale interessata, viene praticato il trattamento per disostruire meccanicamente il trombo, nel caso di ictus ischemico, o viene occlusa la malformazione, in caso di sanguinamento da emorragia.
Ad oggi l’equipe è formata dai professori Francesco Briganti (ordinario di Neuroradiologia), Fabio Tortora (associato di Neuroradiologia) e dai dottori Giuseppe Buono e Mariano Marseglia. La Neuroradiologia interventistica del Policlinico Federico II è antesignana nel trattamento endovascolare mininvasivo delle patologie aneurismatiche e delle malformazioni vascolari, grazie all’esperienza del professor Francesco Briganti che già dal 1993 ha effettuato – primo in Campania – questi innovativi interventi. Sono proprio gli esperti dell’equipe di Neuroradiologia interventistica i più entusiasti delle iniziative messe in campo dal direttore generale finalizzate al pieno inserimento del Policlinico nelle reti tempo dipendenti riconoscendone «gli indubbi vantaggi anche sul piano della didattica e del rafforzamento dell’offerta formativa interna delle Scuole di Specializzazione di area medica per creare una vera fucina di giovani neuroradiologi interventisti». Professionisti pronti a lavorare presso gli altri centri della Campania e in quelli italiani ed esteri.
«Con l’attivazione di questo servizio – sottolinea il direttore generale Anna Iervolino – proseguiamo il cammino per il pieno inserimento del Policlinico nelle reti tempo dipendenti di emergenza urgenza. Presto partiranno i lavori, finanziati dalla Regione, per la realizzazione di un’area multidisciplinare di stroke unit che si gioverà anche dell’apporto di neurologi, di neurochirurghi ed esperti di riabilitazione e neuro riabilitazione. In questo modo completeremo un percorso di cura il cui obiettivo è ridurre le disabilità conseguenti all’insulto cerebrale. Sono risultati importanti, frutto da una parte di una seria e rigorosa programmazione sanitaria che riconosce la centralità della salute delle persone e la sicurezza delle cure, e dall’altra dell’indispensabile clima di collaborazione sia con la Regione Campania che con il Rettore dell’Università per realizzare a pieno le funzioni di didattica, assistenza e ricerca legate da un vincolo di inscindibilità che è il fondamento stesso della sanità universitaria. Ogni step è ben studiato e niente è lasciato all’improvvisazione. Per questo ringrazio il personale sia universitario che ospedaliero che, sposando la visione di un cambiamento strutturale e insieme culturale, si mette in gioco con la professionalità che gli è propria e con grande dedizione».