Un cuore che batte sotto il ghiaccio di Plutone? Forse, in modalità “sciropposa”. Secondo un team internazionale di ricercatori, guidato da William McKinnon della Washington University di St. Louis, il pianeta nano – così come altri corpi celesti della stessa taglia – presenterebbe condizioni che non escludono la nascita di forme di vita esotiche.
Il mondo in miniatura, sotto la calotta di ghiaccio che si erge in corrispondenza della Sputnik Planitia -confidenzialmente nota come la regione del cuore, per via della sua “romantica” forma -, nasconderebbe un oceano fatto di ammoniaca.
La presenza del liquido, incolore e dal tipico odore pungente, renderebbe il mare sotterraneo simile a un brodo fangoso della consistenza di uno sciroppo – gli scienziati l’hanno definito syrupy, “sciropposo”. Gli autori della ricerca, pubblicata su Nature lo scorso giugno, hanno elaborato dei modelli, sulla base dei dati topografici e relativi alla composizione superficiale collezionati dalla sonda New Horizons durante il flyby del luglio 2015. Un secondo studio, poi, ha preso in esame l’orientamento e la gravità di Plutone in relazione alla presenza dell’oceano nascosto.
“Se la missione NASA ha svelato la presenza di ammoniaca su Caronte (una delle piccole lune del pianeta nano), lo stesso elemento dovrebbe trovarsi anche all’interno di Plutone”, spiega William McKinnon. “Probabilmente, non è il luogo adatto alla nascita della vita nelle forme in cui la conosciamo – continua il ricercatore – ma, come per i mari di metano di Titano (il maggiore dei satelliti di Saturno), anche lo “sciroppo” di ammoniaca nel cuore di Plutone potrebbe aver dato il là allo sviluppo di vita esotica”.