Sei ore di lavoro sono meglio di otto. Ora si parla di un nuovo obiettivo, la settimana lavorativa di sole 30 ore, ovvero giornate in cui dopo 6 ore ci si gode del tempo libero divertendosi o a facendo sport o andando a casa. E non solo sotto il profilo personale: ma anche quello professionale. Perché la maggiore felicità che così si guadagna, calcolata in un 20% aggiuntivo, si traduce in un incremento di energia e voglia di fare: che a conti fatti colma, anzi supera, la produttività che si credeva invece minata.
L’idea di ridurre ancora l’orario di lavoro è stata lanciata con successo in Svezia, dal comune di Göteborg che ha deciso di tagliare l’orario in ufficio dei suoi dipendenti mantenendo lo stesso stipendio. L’amministrazione comunale ha avviato un test su 68 infermieri scoprendo come, alla fine, la mole di lavoro complessiva non ne è risultata compromessa.
L’esperimento cominciato oltre un anno fa è stato positivo. La produttività infatti è aumentata in maniera proporzionale alla diminuzione dell’orario lavorativo, così come dimostrano già molti studi. Anzi: i periodi di malattia si sarebbero dimezzati mentre le attività svolte sarebbero state addirittura superiori del 64% rispetto a quelle delle colleghe con un orario “normale”. Chi poi non credesse alla teoria, può fidarsi della pratica un po’ più consolidata. Nello stabilimento Toyota di Göteborg, dove l’orario ridotto è realtà da dieci anni, il personale è oggi più felice, il turnover in calo e i profitti in crescita. Per ora l’orario settimanale in Svezia rimane a 36,5 ore.
Ma la soglia fissata per legge in realtà non significa molto. In Francia, dove esistono da oltre dieci anni le famose 35 ore settimanali, l’orario effettivo è in media di 38 ore. Secondo i dati Ocse, alla fine dell’anno, un francese lavorerà però meno di uno svedese (1482 contro 1636 ore). I più fortunati sono gli olandesi con poco meno di 30 ore settimanali, mentre l’Irlanda ha 34,9 ore, la Norvegia 33,9 ore. La Turchia è il paese con la settimana lavorativa più pesante, ben 49 ore.