Se avete deciso di trascorrere le festività all’insegna dell’arte, la Città Eterna vi offre l’opportunità di cogliere tre piccioni con una fava. Dirigetevi verso San Pietro, lasciatevi incantare dall’imperitura bellezza della Basilica, dalla maestosità della sua piazza e dal suo caratteristico presepe di sabbia e poi dirigetevi a sinistra, verso il Braccio di Carlo Magno. In questo ambiente, che collega la Basilica di San Pietro con il Colonnato del Bernini, è stata allestita la mostra Pilgrimage of Rissian Art. From Dionysius to Malevich che resterà aperta fino al 16 febbraio 2019.
La mostra, nata dalla collaborazione tra i Musei Vaticani, la Galleria Tretyakov e il Ministero della Cultura della Federazione Russa, è stata curata da Arkadi Ippolitov, Tatyana Samoilova e Tatyana Udenkova e ripercorre, all’interno di un percorso espositivo, semplice ed elegante, l’arte figurativa russa dal XV al XIX sec.
L’esposizione, che ha l’obiettivo di mettere in evidenza il legame profondo che unisce la pittura di icone e il realismo russo dell’800, raccoglie ben 54 capolavori provenienti dalla Galleria Tretyakov. Potrete ammirare quadri di Surikov, Vrubel’, Repin, Ivanov, Nikolaj N. Ge, Perov, Kramskoj, Jarosenko, Vasnecov, Nesterov, Levitan, Kandinskij, Malevich, Filonov, Goncarova, Petrov-VodkinKustodiev, Junon e Dejneka.
L’impostazione del percorso espositivo accompagna il visitatore in un viaggio che non è scandito dal tempo, bensì dalle analogie. La disposizione dei quadri infatti non segue una linea cronologica, ma una sorta di corrispondenza ideale ed emotiva. Ecco allora ad esempio, che L’apparizione di Cristo al popolo di Ivanov trova la sua collocazione ideale accanto alle icone della Trasfigurazione e del Battesimo e alla Trinità di Paisij posta nella parete di fronte. Allo stesso modo, il Dolore Inconsolabile di Kramskoj dialoga con l’icona Madre non piangere sopra di me esposta nella parete di fronte. Queste chiare analogie accolgono il visitatore in un percorso d’arte inusuale alla scoperta dello spirito russo nell’arte, un’arte che ha come fondamento la concezione secondo cui un capolavoro non deve essere soltanto un’opera di alta qualità tecnica, ma deve contenere anche un profondo messaggio spirituale e universale.
[Kramskoj, Cristo nel deserto 1872]
Nel cuore simbolo della cristianità, è stata quindi allestita una mostra che attraverso la spiritualità russa che trasuda dalle opere esposte, fa da ponte immaginario tra il mondo cristiano e quello ortodosso. Due mondi e due culture legate da un forte legame artistico che fin dal ‘700 ha visto artisti italiani e russi contaminarsi e arricchirsi nelle proprie esperienze artistiche grazie a borse di studio e commesse di mecenati e zar’. Oggi, la Galleria Tretyakov, per ringraziare e ricambiare il prestito che nel 2016 i Musei Vaticani le hanno fatto con una serie di opere che ha dato origine alla Mostra “Roma Aeterna” (grandissimo successo di pubblico a Mosca), regala al pubblico italiano la visione di molte opere sconosciute e di alto valore artistico. Si tratta di una occasione unica da non farsi scappare!