A pesare sul calo congiunturale del valore aggiunto nell’agricoltura italiana è tra l’altro il clima impazzito che ha avuto effetti devastanti nelle campagne. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat sulla stima del Pil nel secondo trimestre del 2019.
Gli effetti – sottolinea la Coldiretti – si sono fatti sentire anche nelle ore di lavoro nelle campagne che hanno fatto segnare un crollo del 3% rispetto al trimestre precedente. Nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua e grandinate si sono abbattuti a macchia di leopardo sul territorio con – continua la Coldiretti – coltivazioni distrutte, alberi abbattuti e aziende allagate, frane e smottamenti.
Sono gli effetti – precisa la Coldiretti – dei cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo ma anche con lo sviluppo di patogeni alieni particolarmente dannosi per le colture come la cimice asiatica. Una situazione di difficoltà sulla quale – conclude la Coldiretti – si innestano le distorsioni lungo la filiera e le importazioni selvagge di prodotto straniero di bassa qualità spacciato per italiano che fanno crollare i prezzi anche sotto i costi di produzione.