Uno scenario così non si vedeva dal 1994 quando una violenta alluvione provocò l’esondazione del Po e del suo affluente Tanaro. Le province colpite, allora, furono Cuneo, Torino, Asti e Alessandria che contarono in tutto 70 morti e 2226 sfollati. In 26 anni l’appuntamento si è rinnovato ogni volta con gravità maggiore o minore e non ha mancato neanche in questo 2020. Un’ eccezionale ondata di maltempo si è abbattuta sul Nord-ovest d’Italia colpendo, stavolta, non solo il Piemonte, ma anche Liguria e Val d’Aosta. I danni riportati per il maltempo sono ingentissimi tanto da spingere i governatori Cirio e Toti a chiedere lo stato di calamità naturale.
Maltempo in Piemonte e in tutto il Nord-ovest
Rispetto al ’94 fortunatamente le vittime sono molte meno, ma i danni strutturali sono pesantissimi. 1 miliardo di euro quelli stimati dalla Regione Piemonte. Una furia di acqua e fango che ha coinvolto 108 comuni cancellando letteralmente il paesaggio antropico della zona. Strade e ponti crollati, frane e smottamenti un po’ ovunque, spazzati via anche i tipici muretti a secco. La situazione, in alcuni casi, è stata talmente grave che le operazioni di soccorso si sono dovute svolgere con l’ausilio di elicotteri.
I danni alle colture
L’intensa ondata d’acqua ha provocato, come facile prevedere, ingenti danni anche all’agricoltura e all’allevamento in un luogo noto per le sue eccellenze gastronomiche. In Piemonte, un gregge di centinaia di capre e pecore è stato travolto dalla piena del torrente Toce e una mandria di bovini che era al pascolo in alpeggio è rimasta bloccata dopo una frana. La furia dell’acqua ha spazzato via diversi campi ma la situazione più grave riguarda il riso: intere risaie allagate subito prima del raccolto. Compromessa, in Liguria, la raccolta delle olive, della lavanda e le coltivazioni del fagiolo di Pigna. In Valle d’Aosta, la castagna è il frutto che ha subito maggiori danni.
Cambiamenti climatici e incuria
Come dicevamo, la stagione autunnale si sta rivelando da alcuni anni a questa parte il periodo più delicato da un punto di vista climatico, per il Nord-ovest d’Italia e non solo. Le precipitazioni si fanno sempre più intense. Stavolta, in poco meno di 24 ore è caduta la stessa pioggia che in genere cade in sei mesi. Un record non solo rispetto al ’94 ma anche al 1958. Piogge più brevi ma più intense sono una conseguenza diretta dei cambiamenti climatici che stiamo registrando. Le enormi masse d’acqua provocano non solo l’ingrossamento di fiumi e torrenti con la conseguenza di esondazioni ma anche il cedimento di terreni quando non sostenuti dalle radici degli alberi con il verificarsi di frane e smottamenti. Circostanza che preoccupa ancora di più se si verifica in un territorio considerato a rischio idrogeologico in misura superiore al 90%. I governatori delle Regioni Liguria e Piemonte hanno chiesto lo stato di calamità naturale. Quanto delle risorse che riceveranno saranno investite nel piano per gestione del rischio alluvioni? Un piano che il prossimo anno dovrà essere aggiornato. Quanto spazio sarà dato all’analisi dei cambiamenti in corso sul clima in questo aggiornamento?