Si chiama Trappist 1 ed è una stella nana ultrafredda. Qual è la sua peculiarità? L’essere la stella madre di un sistema planetario composto da tre esopianeti? Non tanto, quanto piuttosto avere i due più interni non solo delle dimensioni paragonabili alla Terra, ma rocciosi, condizione fondamentale perché sia abitabili e non inospitali come un gigante gassoso quale Giove.
Ad arrivare a queste conclusioni un team di astronomi del MIT, dell’Università del Belgio e di altri istituti al mondo, esposte in un articolo che appare su Nature di questa settimana.
Il gruppo aveva scoperto il sistema, ad appena 40 anni luce da noi, lo scorso 2 maggio e lo aveva battezzato subito promettente per dimensioni e orbita. Ma la svolta è avvenuta 2 giorni dopo quando, capito che a breve sarebbero tornati ad “oscurare” il loro sole, hanno chiamato in causa il telescopio Hubble che ha risposto prontamente puntando il suo acuto occhio in direzione di Trappist 1b e 1c.
Una nana fredda non emette così forti radiazioni da limitare l’analisi dello spettro dell’atmosfera quando la luce lo attraversa così come farebbe il nostro Sole e questo ha permesso ai ricercatori di farsi un’idea assai precisa dell’atmosfera di questi due esopianeti, trovandola più compatta, al pari di pianeti come il nostro, piuttosto che di Venere e di Marte. Il che li ha portati a sostenere, valutando anche la temperatura, che i due pianeti sarebbero rocciosi, con parti di essi adatte quindi alla vita.
“Oggi possiamo dire che quei pianeti sono rocciosi, ma che atmosfera hanno?” commenta il primo autore della ricerca Julien De Wit, post-doc al MIT. “Lo scenario plausibile include atmosfere come quella di Venere, caratterizzata dall’anidride carbonica o Marte, con un’atmosfera troppo rarefatta. Il prossimo passo sarà proprio quello di capire quale atmosfera per questi due pianeti”.
La scoperta dei due pianeti di Trappist 1 è avvenuta nell’ambito della survey di TRAPPIST (TRAnsiting Planets and PlanetesImals Small Telescope), un telescopio di appena 60 cm di diametro utilizzato per osservare le 70 nane bianche più brillanti dell’emisfero meridionale.