“Sale?”
Salvo rispose di sì, che saliva. Saliva tutte le mattine dal giorno dell’assunzione, anche se non gli
piaceva affatto. Ma lavorando al 15° piano, non poteva farne a meno.
Mentre fissava la solita pulsantiera, però, fu costretto a guardarsi intorno da un odore che
riconosceva dall’adolescenza: quello distinto e ribelle della pelle lavorata. L’uomo di fianco a lui
indossava un chiodo scuro, una cosa rara oramai per un adulto, per di più in un palazzo di soli
uffici.
Alzò gli occhi sull’uomo: brizzolato, di mezza età, volto imperscrutabile.
Poi sobbalzò: aveva in mano una pistola. Non aveva visto male, non a quella distanza. Era una
pistola, tenuta in mano rivolta in basso. Lo sconosciuto non lo guardava, forse non si era accorto
che lui l’aveva notato. Meglio mantenere la calma, si disse, respira, ci sarà una spiegazione, no?
L’ascensore si bloccò col solito bip e la scritta “piano 11°” comparve sul display. Le porte si
aprirono, l’uomo scese al piano “uffici amministrativi”.
Salvo lo vide puntare la pistola. In un attimo una ragazza con gli occhiali entrò e le porte si
richiusero.
“Sale?” chiese la ragazza.
“Sì…” rispose Salvo in un sussurro.
21 Luglio 2020
Piano Undicesimo
Scritto da Redazione CinqueColonne
"Piano Undicesimo", scritto da Alessia Rizzo. Questo il racconto di oggi selezionato per il "10000parole contest". Votate attraverso il form in calce al racconto.