E’ stato elaborato nei dettagli ma rappresenta ancora una proposta allo stato embrionale, è stato consegnato alle Nazioni Unite ma i destinatari finali non lo hanno ricevuto, intanto, in Russia (e non solo) qualcuno già lo boccia. Il piano italiano di pace fa molto parlare di sé. Come si sta muovendo l’Italia per la pace in Ucraina? Perché il piano è così osteggiato? Dobbiamo davvero rassegnarci a una guerra lunga e logorante?
Il piano italiano di pace
Iniziamo il discorso dal principio. Intorno alla metà di maggio, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, avrebbe consegnato al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, una proposta di accordo per porre fine alla guerra in Ucraina. Il condizionale è d’obbligo poiché non c’è stata alcuna dichiarazione ufficiale da parte della Farnesina e la notizia è stata lanciata esclusivamente dalla stampa. Secondo quanto possiamo leggere sui giornali, il piano conterebbe quattro punti:
- cessate il fuoco immediato;
- neutralità dell’Ucraina con relativa garanzia;
- Donbass e Crimea autonome ma all’interno dell’Ucraina;
- un nuovo accordo che assicuri la sicurezza europea e internazionale.
Niente di nuovo sotto il sole, dunque, considerato che questi sono i temi sul tavolo da sempre. Dopo la consegna a Guterres, che fine ha fatto il piano?
Le reazioni russe
Neanche sulla sua consegna alle due parti in guerra ci sono notizie ufficiali. Quelle poche che abbiamo, e che sono state rilanciate dai giornali anche a livello internazionale, sono giunte all’orecchio dell’establishment russo il quale ha dichiarato di non aver mai ricevuto il piano di pace. Solo Dimitrij Medvedev, ex presidente russo, sembra essere bene informato sui fatti, tanto da aver potuto esprimere un’opinione sul piano. Secondo Medvedev, il piano italiano sarebbe un “flusso di coscienza slegato dalla realtà” e generato da certa propaganda ucraina. Prospettare Donbass e Crimea ancora sotto il controllo ucraino, secondo l’ex presidente russo, non è aderente alla realtà. Anche gli USA hanno manifestato i loro dubbi sul piano di pace italiano. Secondo l’amministrazione Biden è improbabile che l’Ucraina ceda alcuni dei suoi territori. Scettici, e un po’ risentiti, anche i rappresentanti Ue che avrebbero gradito essere quanto meno informati dell’azione diplomatica italiana.
Una guerra lunga e logorante
A questo punto la domanda è: la pace in Ucraina la vogliamo davvero? Lo chiediamo perché questa vicenda, per quanto ammirevole, presenta troppi punti oscuri. La mancanza, in primis, di una comunicazione chiara e trasparente da parte dell’Italia. Le reazioni di quanti, fuori dall’Italia, si nascondono dietro la mancanza di volontà da parte della Russia di arrivare alla pace e di quanti rimettono l’ultima parola all’Ucraina sulle questioni territoriali. Dulcis in fundo, la reazione del nostro ministro degli Esteri Di Maio alle critiche sul progetto da lui presentato. Il documento, ha detto Di Maio, sarebbe ancora in fase embrionale. Oggi, ha precisato il titolare della Farnesina, “non ci sono le condizioni per una pace, abbiamo di fronte una guerra lunga e logorante“. Una guerra che, come ha affermato il premier Draghi, Putin non deve vincere.