(Adnkronos) – “Non sono d’accordo con il Procuratore Gratteri sull’eliminazione della riforma Cartabia e condivido solo in parte le proposte di Nordio”. Così il magistrato Gaetano Bono nel corso della presentazione del suo libro “Meglio Separate – Un’inedita prospettiva sulla separazione delle carriere in magistratura” ieri a Torino.
All’evento, organizzato dall’Unms (Unione Nazionale Mutilati per Servizio) e dall’ordine degli avvocati presso il Circolo Ufficiali di Torino, hanno preso parte anche il sostituto procuratore di Torino Davide Pretti, il presidente della Camera Penale del Piemonte e della Valle d’Aosta Maurizio Basile, la professoressa Antonella Grassi (presidente provinciale dell’Unms) e il consigliere nazionale Unms Vittorio Garino.
L’autore del libro, attualmente sostituto procuratore generale a Caltanissetta, intervistato dal giornalista Mediaset Vincenzo Rubano, non ha nascosto il proprio scetticismo sulle ultime dichiarazioni di Gratteri.
“Non sono affatto d’accordo con il procuratore di Napoli quando sostiene che la riforma Cartabia vada eliminata – ha dichiarato Bono – poiché nonostante ci siano varie criticità da correggere, sarebbe un errore rimuoverla integralmente, in quanto non mancano gli aspetti positivi”.
Un errore eliminare riforma Cartabia
E sul ministro Nordio. “Ritengo contino poco le sue rassicurazioni secondo cui giammai il pubblico ministero verrà sottoposto al potere esecutivo. Non per scarsa fiducia nei suoi confronti o per posizioni pregiudiziali che non mi appartengono – ha spiegato Bono – bensì per i progetti di riforma dallo stesso annunciati e per le proposte di legge presentate in Parlamento, che porteranno a un assetto in cui il pubblico ministero finirà per essere non solo meno efficiente, ma anche meno indipendente”.
Nel corso del dibattito l’autore, inoltre, ha chiarito che il suo parere favorevole alla separazione delle carriere “è subordinato a una condizione irrinunciabile, ovvero quella di garantire l’indipendenza del PM, in modo da evitare che, in caso di indagini delicate o comunque relative a politici e colletti bianchi, le stesse possano essere in qualche modo oggetto di condizionamenti esterni”.
E ha aggiunto: “Mi auguro che la riforma delle carriere possa essere l’occasione anche per invertire l’attuale tendenza alla gerarchizzazione delle procure della Repubblica.
La separazione delle carriere – ha ribadito – non è una panacea, ma rappresenta un’opportunità di modernizzare il sistema giustizia solo se venisse accompagnata da ulteriori interventi, tra cui la riduzione e rimodulazione delle procure, l’incremento della specializzazione dei magistrati requirenti e giudicanti, la diminuzione dei procedimenti civili e penali, l’ammodernamento delle infrastrutture informatiche, la riduzione dei tempi dei processi”.
—cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)