Quali sono i sintomi della peste suina? A monitorarli sono soprattutto, in queste ultime settimane, gli allevatori della Lombardia. In questa regione, infatti, i contagi sono in continua ascesa così come in controlli tesi a frenarli. Mentre le autorità competenti eseguono gli atti dovuti, le associazioni animaliste si oppongono all’abbattimento degli animali.
Allarme peste suina in Lombardia
Nelle ultime settimane sono stati scoperti ben 8 focolai di peste suina solo in provincia di Pavia. Una situazione che ha portato l’Unione europea a vietare la movimentazione di maiali, in ingresso come in uscita, in ben 172 comuni del pavese.
Quando i dati arrivano a numeri preoccupanti è indispensabile procedere con l’abbattimento degli esemplari malati. Finora in Lombardia sono stati abbattuti 33.865 maiali malati. Lo scopo è infatti quello di evitare che il virus raggiunga anche altri allevamenti della regione. Perché la peste suina desta così tanta preoccupazione?
Cos’è la peste suina africana
La peste suina africana (PSA), come spiegato dal Ministero della Salute, è un’infezione virale innescata da un virus della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus. L’infezione colpisce i suini sia domestici che selvatici, dunque anche i cinghiali.
La malattia è stata scoperta nel 1921 in Africa per essere ritrovata, nel corso del secolo, in Europa e in America. Negli anni Novanta era stata eradicata in molti Paesi, la Regione Sardegna era rimasta l’unica area al di fuori dell’Africa in cui se ne registrava una presenza endemica. Negli ultimi anni, invece, sono stati scoperti diversi casi di PSA in più regioni del nostro Paese. Come si sviluppa la malattia e quali sintomi presenta?
Quali sono i sintomi della peste suina africana
Iniziamo col dire che la peste suina non si trasmette da animale a essere umano. Pertanto l’uomo che ingerisce carne di maiale infetta non corre il rischio di contrarre la malattia. La contagiosità da animale ad animale, invece, è elevatissima. Il virus si diffonde con grande facilità e velocità grazie a:
- contatto con suini infetti (la trasmissione può avvenire anche tra suini che pascolano insieme all’aperto)
- ingestione di prodotti alimentari infetti
- contatto con oggetti contaminati (attrezzi o capi di abbigliamento)
- morsi di zecche infette.
Il virus, inoltre, presenta una buona resistenza all’ambiente esterno, può restare attivo per mesi all’interno di salumi resistendo alle alte temperature. Nel sangue è riscontrabile anche per 18 mesi. Dulcis in fundo, gli animali che riescono a guarire dalla malattia restano portatori del virus per circa un anno.
Gli animali che contraggono la malattia presentano, tra l’altro:
- febbre
- difficoltà respiratorie
- andatura incerta data da una debolezza degli arti inferiori
- emorragie interne ed esterne
- aborti spontanei
Da quanto illustrato si comprende che, pur non andando a impattare sulla salute dell’uomo, la peste suina rappresenta un grave pericolo per gli allevamenti, con risvolti economici non trascurabili. Per fermare l’avanzamento del virus è necessario, infatti, abbattere gli esemplari infetti prontamente mentre per eradicarlo da un allevamento occorre molto tempo.
In copertina foto di Bodo Surmann da Pixabay