Il Mediterraneo occidentale disporrà presto di nuovi strumenti per contrastare lo sfruttamento eccessivo e garantire la sostenibilità di attività di pesca vitali ed economicamente rilevanti.
La presidenza del Consiglio ha oggi raggiunto un accordo provvisorio con i rappresentanti del Parlamento europeo su un nuovo regolamento che istituisce un piano di gestione pluriennale per gli stock demersali (vale a dire quelli che vivono sul fondo marino) nel Mediterraneo occidentale.
Pesca demersale nel Mediterraneo occidentale: l’accordo provvisorio
Grazie all’approccio costruttivo delle tre istituzioni, si è potuti giungere a questo accordo provvisorio a meno di un anno dalla presentazione della proposta iniziale da parte della Commissione. Tuttavia l’accordo dovrà essere ancora confermato formalmente sia dal Consiglio che dal Parlamento europeo. “Si tratta di un piano storico: il primo piano di gestione per questo bacino a livello di UE. Ha il merito di essere ambizioso ma anche equilibrato, dal momento che tiene conto del nostro dovere di contrastare la pesca eccessiva, come anche della necessità di rispettare allo stesso modo le considerazioni ambientali e quelle socio-economiche.” ha dichiarato Petre Daea, ministro dell’agricoltura e dello sviluppo rurale della Romania e presidente del Consiglio
Il Mediterraneo occidentale rappresenta soltanto il 31% circa degli sbarchi totali del Mediterraneo, ma le sue attività di pesca demersale hanno un grande valore commerciale. È uno dei motivi per cui più dell’80% degli stock valutati sono al momento oggetto di pesca eccessiva nella regione [1].
Al fine di garantire la sostenibilità sia ambientale che socioeconomica della pesca nel bacino in questione, come anche l’attuazione dell’obbligo di sbarco, rispettando in tale modo gli obiettivi della politica comune della pesca (PCP), il piano di gestione pluriennale concordato:
- definirà sforzi di pesca quantificabili per gli stock ittici cruciali entro gli intervalli di FMSY, dove per FMSY si intende la mortalità per pesca compatibile con il conseguimento del rendimento massimo sostenibile (MSY), uno dei pilastri della PCP riformata
- cercherà di attuare l’MSY se possibile a partire dal 2020 e, qualora non risulti possibile, in modo graduale
- prevedrà specifiche misure tecniche di conservazione, applicabili a tutti gli stock e comprendenti la pesca ricreativa, tramite la regionalizzazione, conformemente al piano per le acque occidentali
- consentirà una certa flessibilità per la gestione delle catture accessorie, per tener conto della pesca multispecifica
- farà in modo che ogni anno, sulla base di pareri scientifici, il Consiglio decida il numero massimo di giorni di pesca per ogni categoria di flotta per Stato membro
- definirà un divieto annuale di tre mesi, sulla base dei migliori pareri scientifici, per i pescherecci da traino operanti sui fondali marini fino a 100 m di profondità, così da riservare la zona costiera ad attrezzi più selettivi, proteggendo in tale modo gli habitat sensibili e aumentando la sostenibilità sociale della pesca su piccola scala
- istituirà una cooperazione regionale tra Francia, Italia e Spagna in vista della presentazione di raccomandazioni comuni per determinate misure che la Commissione dovrebbe adottare su questioni quali l’obbligo di sbarco e la conservazione tecnica
Se da un lato l’accordo tiene conto delle specificità del Mediterraneo, dall’altro segue i principi contenuti neipiani pluriennali per il Mar Baltico, il Mare del Nord e l’Adriatico, garantendo in tal modo la coerenza tra i bacini marittimi e condizioni di parità per tutti i pescatori.