“Pesca” al neutrino tra i ghiacci del Sud. Con una “rete” ipertecnologica, un gruppo di scienziati della Michigan State University ha osservato il comportamento delle misteriose particelle elementari – le più leggere ad oggi conosciute e le uniche (per ora note) prive di carica elettrica.
Sfruttando la superficie antartica come rilevatore, gli esperti hanno puntato gli “occhi” di IceCube Neutrino – un esperimento costituito da rilevatori a geometria sferica“immersi” nel ghiaccio, ad una profondità che varia dai 1.450 ai 2.450 metri di profondità – sulle particelle subatomiche per studiarne le peculiarità.
I neutrini infatti, pur se presenti in ogni porzione di materia, sono difficili da individuare – la loro massa è così ridotta da renderne complicata l’osservazione e l’analisi delle proprietà fondamentali. Le nuove misurazioni di IceCube Neutrino, illustrate nel corso del recente meeting dell’American Physical Society, descrivono le oscillazioni energetiche di questi “fantasmi” mentre si muovono nello spazio, mutando da una tipologia all’altra – ne esistono tre “famiglie”, elettronico, muonicoe tauonico e secondo i dati di IceCube i neutritrini osservati presentano le caratteristiche di almeno due dei tre gruppi.
Le informazioni acquisite potrebbero contribuire a colmare alcune lacune, inserendo un altro tassello al puzzle del Modello Standard. Tale teoria, messa a punto per spiegare il comportamento delle particelle fondamentali ad ogni livello energetico, è carente in alcuni punti, tra cui l’origine della materia oscura e dell’anti-materia dopo il Big Bang. Con il lavoro di IceCube Neutrino, gli esperti si augurano di ottenere indizi su come funzioni l’Universo, a partire dalla particella più piccola che lo compone.