La tragica perdita di vite nei mari europei ha portato ancora una volta le operazioni di ricerca e salvataggio e la sorveglianza marittima sotto i riflettori dell’opinione pubblica. I ricercatori dell’Ue impegnati nel progetto Perseus stanno costruendo e dimostrando un sistema di sorveglianza marittima dell’Ue che mira ad aiutarci a migliorare la nostra conoscenza di ciò che sta accadendo nelle acque europee.
A questo scopo, i ricercatori di Perseus hanno recentemente effettuato dei test di convalida nelle acque della città di La Spezia in Italia usando un veicolo autonomo per l’osservazione chiamato Waveglider. Un team tecnico proveniente dal centro della Nato per la ricerca e la sperimentazione marittima (Cmre) ha unito le forze con la piattaforma oceanica delle Isole Canarie (Plocan) per testare il Waveglider che conteneva un idrofono passivo subacqueo di nuova generazione. Si ritiene che l’idrofono possa contribuire ad affrontare una delle principali sfide del progetto Perseus, ovvero l’individuazione e la caratterizzazione delle segnature acustiche subacquee.
Cmre e Plocan sono solo due fra i 33 partner del progetto Perseus guidato da Indra in Spagna. Prima di questi recenti test, il team del progetto aveva già completato due importanti fasi di dimostrazione, nel 2013 con Portogallo, Spagna, Francia e Italia e nel 2014 con la Grecia. Di fatto, adesso il consorzio ha lavorato per oltre quattro anni verso l’obbiettivo complessivo di costruire e dimostrare un sistema di sorveglianza marittima per l’Ue che integra le esistenti installazioni nazionali e comunitarie e le potenzia con tecnologie innovative.
Uno degli obiettivi principali del team di Perseus in principio era quello di contribuire al piano d’azione per il Sistema europeo di sorveglianza delle frontiere (Eurosur), per quanto riguarda i livelli di fattibilità, standard, migliori prassi e norme. La soluzione Perseus fornirà una descrizione della situazione dalle aree costiere fino al mare aperto in tempo reale. Inoltre essa migliorerà e renderà automatica l’individuazione e l’identificazione di imbarcazioni sospette o non collaborative, facilitando il processo decisionale e riducendo il tempo di risposta delle autorità. Oltre a questo, essa faciliterà l’assistenza e il coordinamento dell’intercettazione e del salvataggio in mare e migliorerà l’efficienza. Uno dei principali elementi trainanti di Perseus è stata l’innovazione tecnologica, in particolare per quanto riguarda l’individuazione e l’analisi per l’individuazione di bersagli che volano a bassa quota e di piccole imbarcazioni.
Fin dall’inizio, il team era desideroso di garantire che il sistema fosse in grado di consentire l’integrazione al suo interno di sensori e fonti di informazioni multipli. In quanto sistema a livello dell´Ue, era anche essenziale che la soluzione Perseus potesse essere adattata in continuazione a nuove tecnologie, in modo da poter integrare le soluzioni utilizzate a livello nazionale come Sive, Spationav e altre, oltre alle iniziative europee dell’agenzia Frontex, di Eurosur e Dg Mare. Le recenti prove di convalida verranno presto seguite da una fase di dimostrazione nel mese di maggio di quest’anno nelle acque di Gran Canaria. Il progetto si conclude ufficialmente alla fine del mese di giugno del 2015. Fondamentalmente, si spera che la forte collaborazione tra gli stati membri nell’ambito del team di progetto multidisciplinare di Perseus aiuti a creare una sorveglianza marittima completa dalle regioni costiere fino al mare aperto.