La persecuzione nazista degli ebrei è stata una delle pagine più raccapriccianti del Novecento. La fine della Seconda Guerra Mondiale ha portato alla luce quel terribile piano e imposto l’impegno perché non accadesse più nulla di simile. Fondamentali, sotto questo aspetto, sono state le testimonianze dei sopravvissuti ai campi di concentramento. La memoria di ciò che è stato è un valore così importante che in questi quasi ottant’anni si sono moltiplicate i riconoscimenti a coloro che in quei tragici momenti hanno deciso di tendere una mano a persone in pericolo di vita. Le strade cruciali delle nostre città si sono riempite di segni visibili, come le pietre d’inciampo, che riportano alla memoria chi fu vittima di quella brutalità. In questa cornice si inserisce l’iniziativa che ha portato pochi giorni fa il Porto di Napoli a guadagnarsi il titolo onorifico di “Civico giusto”.
Persecuzione nazista degli ebrei: cos’è il Civico giusto
Il Civico giusto è un luogo in cui delle persone hanno disobbedito a un ordine esterno perché ritenuto ingiusto. Persone che hanno protetto un perseguitato mettendo a rischio la propria vita. Nato da un’idea di Paolo Masini e Fabrizio Fantera, promosso da Romabpa e dalla rete nazionale di scuole “Memorie Una città mille storie”, il progetto rende omaggio alle persone che in quegli anni protessero ebrei, partigiani, rifugiati politici senza chiedere nulla in cambio. E’ partito da Roma ma vuole espandersi in tutta Europa. Individuare e segnalare agli uomini di oggi e di domani luoghi in Europa in cui si è fatta la scelta giusta.
Il Porto di Napoli come Civico giusto
Un luogo appena designato Civico giusto è il Porto di Napoli. Attraverso l’apposizione di una simbolica mattonella che “segna e riconosce” i luoghi di chi “decise di non voltarsi dall’altra parte” durante l’abominio nazista e l’indicibile orrore delle persecuzioni perpetrate nei confronti degli ebrei, si è ricordata, ad 80 anni esatti, la storia poco conosciuta della nave militare americana Henry Gibbins. Questa, per iniziativa della giovane Ruth Gruber e su espressa indicazione del presidente Roosevelt, salpò da Napoli, era il 20 luglio del 1944, non prima di aver imbarcato e messo così in salvo le vite di 982 Ebrei di origine mitteleuropea liberati dai campi di concentramento insieme ad altri profughi provenienti da varie città italiane.
Il Civico Giusto al Porto di Napoli è stato sostenuto dalla Film Commission Regione Campania presieduta da Titta Fiore e diretta da Maurizio Gemma, con il patrocinio della Rappresentanza Italiana alla Commissione Europea, Consolato Generale U.S.A. di Napoli, Centro Studi Americani, Comune di Napoli, Capitaneria di Porto, Autorità Portuale del Tirreno Centrale.
Attraverso un QRCode inciso sulla mattonella, posizionata alla Stazione Marittima, si potrà infatti vedere il minidoc della storia con immagini dell’ Archivio Storico Istituto Luce, interviste, la voce narrante degli attori Enzo Decaro e Massimo Wertmuller, i testi di Maria Grazia Lancellotti, i contributi musicali del Trio Monti e, sui titoli di coda, un brano di Luca Barbarossa.
Oltre che dal QRCode al Porto di Napoli il docufilm e disponibile anche al link:
https://ilcivicogiusto.com/dettaglio-civici.php?content_id=porto_di_napoli