Un gruppo di ricercatori britannici ha sfruttato potenti fasci di luce, più luminosi del Sole, per scartare e decifrare pergamene fragili risalenti a circa 2.000 anni fa, sperando di fornire nuove intuizioni sul mondo antico. I due rotoli completi e quattro frammenti – provenienti dalla cosiddetta biblioteca di Ercolano, l’unica sopravvissuta dall’antichità – furono sepolti e carbonizzati dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. e sono troppo fragili per essere aperti.
Gli oggetti sono stati esaminati presso lo stabilimento Diamond Light Source nell’Oxfordshire, sede del sincrotrone britannico, un acceleratore di particelle in cui i fasci viaggiano all’interno di un percorso a circuito chiuso per produrre luce molte volte più luminosa del Sole. L’inchiostro sulle pergamene è difficile da vedere, anche attraverso un sincrotrone, perché è a base di carbonio come il papiro su cui è scritto. Ma gli scienziati sperano che la densità della carta sarà diversa dove sono presenti i caratteri scritti.
Analizzando i frammenti in cui i caratteri sono visibili, sperano di creare un algoritmo di apprendimento automatico in grado di decifrare quello che c’è scritto sulle pergamene. I dati generati dal processo saranno analizzati dagli scienziati della Kentucky University negli Stati Uniti utilizzando tecniche di calcolo avanzate per decifrare il contenuto dei rotoli.