Ascoltare la musica a tutto volume, abusare degli auricolari, sottovalutare un dolore all’orecchio. Quante cose non facciamo per il nostro udito. Pensiamo erroneamente che se siamo nati udenti lo resteremo per tutta la vita. La perdita dell’udito, invece, è una possibilità sempre dietro l’angolo se ci abbandoniamo a cattive abitudini o non prestiamo attenzione ai segnali anche piccoli. Abbiamo chiesto a Marco Manola, Direttore UOC di Otorinolaringoiatria, Centro di Riferimento Regionali Impianti Cocleari Azienda Ospedaliera di rilievo Nazionale e di Alta Specialità S’Anna e San Sebastiano di Caserta, come possiamo prenderci cura del nostro udito e quali sono le soluzioni più avanzate qualora questo sia già compromesso.
Dottor Manola, quali sono le cause della sordità? E’ un evento ineluttabile o ne siamo in qualche modo responsabili?
La sordità è una riduzione della capacità uditiva. E’ un evento ineluttabile per il fisiologico invecchiamento delle strutture uditive o come conseguenza di una malattia genetica.
La compromissione delle capacità uditive può svilupparsi, anche per altre cause, durante il corso della vita di una persona. Alla nascita o nell’infanzia le cause possono essere ascritte ad alcune malattie infettive virali o batteriche e/o esantematiche, all’uso di farmaci ototossici oppure alla prematurità, alla mancanza di ossigeno, all’ittero; negli adulti invece l’esposizione a rumore, le fratture che coinvolgono l’osso temporale, i tumori del nervo acustico, le ipoacusie improvvise di origine virale o vascolare etc.
Potremmo renderci responsabili di una diminuzione dell’udito ascoltando per periodi prolungati musica ad alto volume all’utilizzo improprio di auricolari acustici all’esposizione a forti rumori.
Esistono diversi tipi di sordità? Quali sono?
I deficit della funzione uditiva possono essere sintetizzati in tre grandi categorie, in base alla localizzazione del problema. Le ipoacusie di trasmissione causate da patologie a carico dell’apparato di trasmissione dei suoni.
Le ipoacusie neurosensoriali dovute a problemi dell’orecchio interno o del nervo acustico che alterano la percezione qualitativa e/o quantitativa del suono. Questa patologia è sempre permanente e richiede riabilitazione. Le ipoacusie miste sono causate dalla compromissione sia dell’orecchio medio che dell’orecchio interno.
Quali sono i campanelli che ci devono allarmare?
Le avvisaglie, che ci devono mettere in allarme sono molteplici: difficoltà a capire tutte le parole di una frase, conversazioni telefoniche e video difficili da ascoltare, difficoltà a sentire le suonerie del telefono o il campanello di casa, difficoltà a capire un discorso in ambienti rumorosi, come ad esempio a tavola al ristorante, oppure ancora alzare progressivamente il volume della radio o della TV per cercare di capire ciò che si sta ascoltando.
Quanto incide l’inquinamento acustico sul nostro udito e sull’eventuale insorgere di una sordità?
L’esposizione prolungata nel tempo, a livelli significativi di rumore, può provocare effetti negativi sulla salute. La patologia tipica da esposizione al rumore è l’ipoacusia neurosensoriale bilaterale simmetrica, con un tracciato audiometrico particolare, che colpisce inizialmente le frequenze più acute 4000-6000 Hz poi anche le frequenze tra 1000 e i 4000 Hz.
La relazione di AEA (Agenzia Europea dell’Ambiente) sull’inquinamento acustico evidenzia come il 20 % della popolazione europea sia esposta a lungo termine a rumori nocivi alla salute. In generale, possiamo parlare di danni fisici uditivi ed extrauditivi. E’ indubbio che l’inquinamento acustico incida notevolmente sul nostro benessere psicofisico.
Esistono buone abitudini che possono aiutarci a preservare il nostro udito?
Proteggere l’udito è una priorità per chiunque ed una serie di accorgimenti consentono di conservare al meglio il proprio udito più a lungo possibile.
Anzitutto, ascoltare la musica a basso volume e adoperare gli auricolari con moderazione. Durante l’esposizione continuativa a rumori fastidiosi è opportuno l’utilizzo dei tappi. Evitare di fermarsi nei concerti o nelle discoteche vicino le casse amplificate.
Asciugare bene le orecchie per scongiurare il rischio di infezione e limitare l’uso dei cotton fioc.
Per quanto riguarda la protezione dell’udito sarebbe opportuno sottoporsi ad un controllo una volta l’anno.
Quando bisogna intervenire e quali sono le soluzioni tecnologiche per l’udito attualmente disponibili?
Laddove i disturbi dell’udito vanno a interferire con la vita di relazione del paziente bisogna agire precocemente per il recupero della funzionalità uditiva, nel bambino quando più precocemente possibile per favorire lo sviluppo del linguaggio, nell’anziano per rallentare il declino cognitivo e l’isolamento. L’attuale tecnologia offre un’ampia gamma di soluzioni idonee ad ogni tipo di deficit. Nel caso di ipoacusie lievi, medie e medio-gravi di tipo neurosensoriale la riabilitazione avviene mediante protesi acustiche intra o retro-auricolari. Nelle ipoacusie di tipo trasmissivo si può intervenire con protesi per via ossea tradizionali o le più moderne protesi impiantabili. Mentre nelle ipoacusie severo-profonde può essere indicato l’impianto cocleare.