I prestigiosi spazi museali del Palazzo Platamone di Catania ospiteranno “Percorsi e segreti dell’Impressionismo”. La mostra, a cura di Vincenzo Sanfo, Fiorella Minervino e con un testo in catalogo di Maïthé Vallès-Bled, è un progetto di Sicilia Musei in collaborazione con Dietro le Quinte e Diffusione Italia Internatonal Group, con il patrocinio del Comune di Catania .
Per la prima volta in Italia si possono ammirare i lavori di quasi tutti gli artisti che parteciparono alle otto mostre ufficiali dell’Impressionismo.
Le mostre che nel tempo sono state dedicate agli impressionisti, sono sempre state realizzate attorno ai nomi di Pissarro, Degas, Monet, Renoir e Manet. “Percorsi e segreti dell’Impressionismo”, pur presentando anche questi grandi artisti è anche la mostra più completa mai realizzata in Italia su questo movimento.
L’esposizione farà scoprire tutte le ricerche che questi artisti portarono avanti in un’epoca di grandi sconvolgimenti, dalla pittura ad olio al pastello, dalla ceramica alla scultura, dal disegno alla grafica; sconvolgimenti che costrinsero gli impressionisti ad inventare nuove tecniche di stampa e nuovi metodi espressivi. In mostra un ampio panorama delle tecniche usate dagli Impressionisti, che si trovarono a dover combattere con un nemico temibile, subdolo e mai affrontato in precedenza da altri: “la fotografa”, che con la sua forza prorompente cambiò la concezione della pittura. L’impressionismo accettò inconsapevolmente la sfida della fotografa facendola divenire la spinta propulsiva e liberatoria dell’arte del ‘900 e dei secoli a venire.
Il progetto per la Città di Catania parte dalle opere di Ingres, Delacroix, Courbet, Corot, Millet, che dal realismo alle bucoliche espressioni della scuola di Barbizon dettarono i canoni di un gusto estetico che trovò nella pittura “en plein air” la sua giusta dimensione per arrivare infine alla rivoluzione impressionista.
L’esposizione presenta in un percorso straordinariamente unico quasi 200 capolavori dell’arte con opere di: Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne, Edouard Manet, Claude Monet, Paul Gauguin, Vincent Van Gogh, Edgar Degas, Camille Pissarro, Lucien Pissarro, Nadar Jeune, Félix Nadar, Gustave Courbet, Eugène Delacroix, Jean-Baptste Camille Corot, Jean-François Millet, Gustave Doré, Jean Achille Benouville, Jean-Auguste D. Ingres, Johan Barthold Jongkind, Dr. Paul Gachet dit Van Ryssel, Henry Somm, Odilon Redon, Georges Seurat, Paul Signac, Alphonse Legros, Alfred Sisley, Vincent Vidal, Victor Vignon, Stanislas Lépine, Edouard Brandon, Giuseppe de Nits, Berthe Morisot, Eugène Boudin, Mary Cassat, François-Louis Français, Armand Guillaumin, Albert Lebourg, Jean-François Rafaëlli, Félix Bracquemond, Jean-Baptste Millet, Zacharie Astruc, Jean- Louis Forain, Gaston La Touche, Marcellin Desboutn, Ludovic Piete, Ludovic Napoléon Lepic, Jean- Baptste Léopold Levert, Emile Schufenecker, Adolphe-Félix Cals, Pierre Bonnard, Isidore Verheyden, Constant Permeke, Henri-Maurice Cahours, Charles-Jean Agard, Marcel Emmanuel Laurent, James Northcote, Henri Biva, Philippe Hauchecorne, Edward Chappel, Jacques Gay, Erich Von Perfall, Pierre Georges Jeanniot, Firmin-Girard, Théodore Géricault, Armand Guillaumin, Henri Rouart, Henry Moret, Maxime Maufra, Roderic O’Conor, Ernest Ponthier de Chamaillard, Maurice Denis, Emile Bernard.
“Abbiamo voluto fortemente questa Mostra perché non è solo l’ennesima, per quanto sempre piacevole, rassegna dei grandi e noti nomi dell’Impressionismo. Ma perché coinvolgendo anche i nomi cosiddetti “minori”, essa traccia un inedito e sorprendente percorso, ben oltre la sola pittura, che giunge fino a Picasso. Una mostra quindi che potrà essere apprezzata da chi si approccia per la prima volta all’Impressionismo, ma non potrà non esserlo anche da chi lo conosce bene e che avrà finalmente una chiave di lettura più ampia e corretta dell’intero movimento artistico” – ha dichiarato il curatore Vincenzo Sanfo.
“Gli impressionisti interpretano e anticipano novità, ricerche, scoperte del loro tempo. Figli del Positivismo e dell’amore per la scienza, affrontano teorie del colore, spazio ribaltato e frantumato, esplorazione del movimento, dissoluzione delle forme e poi ricostruzione rinnovata. Freud, Einstein, molta moderna psicologia, il cinema e tante altre rivoluzioni moderne non sono troppo lontane da loro, scaturiti da conflitti politici, sociali, dalla guerra Franco-prussiana del ‘70, dall’industrializzazione crescente con le nuove fabbriche e masse di lavoratori in città dalla campagna. Vivono la nuova Parigi del Barone Haussmann, la vasta rete ferroviaria, la scoperta dello sport e delle gite domenicali fuori porta, i viaggi, i divertimenti la sera tra i cafè e “Café’ chantant”, il teatro, l’Opera. Sono i nostri antenati per attitudini, sperimentazione accanita anche tecnologica con la scoperta della fotografa; esplorano tutti i processi di grafica per ottenere la stampa, dell’incisione all’acquaforte, dai dagherrotipi, fotoincisione, héliographie, ma colgono l’imprevisto e il “flou”. “ – scrive Fiorella Minervino.