Solo il 15% di chi legge libri religiosi lo fa per “devozione”. La maggior parte dei lettori vi si dedica infatti per cercare un approfondimento della propria fede e delle proprie motivazioni (per il 40% è così) o per un’analisi di tipo culturale, per arricchire e migliorare la propria vita (il 39%).
È una forte domanda di spiritualità quella che emerge dal Quinto osservatorio sull’editoria cattolica, commissionato dall’Unione Editori e Librai Cattolici Italiani (Uelci) e curato dall’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (Aie) e dal Consorzio Editoria Cattolica (Cec) e presentato oggi, 14 maggio, per la prima volta pubblicamente, al Salone internazionale del Libro di Torino nell’ambito dell’incontro Editoria religiosa tra dinamiche di mercato e ricerca di senso. L’editoria religiosa interessa un pubblico sempre più ampio, più giovane, con titolo di studio medio-alto ed alto (38%), in particolare professionisti e lavoratori autonomi (28%). Insomma un pubblico nuovo, rispetto a solo quindici anni fa, pronto a comperare anche on line (anche in versione e-book) o nelle librerie “laiche”. Un pubblico che sta cambiando i suoi interessi e comportamenti nell’informarsi e nella scelta dei canali. Chi legge quindi oggi i libri religiosi? I lettori di libri di argomento religioso raggiungono quota 5,7 milioni.
Parliamo di ben 4 italiani su 10: il 37,7% per la precisione. Una fetta consistente di questi è composta da non praticanti e non credenti. Dove si compera il libro religioso? Ancora, saldamente, nelle librerie religiose (il 58,5% delle vendite avviene qui), ma si fanno strada nuove modalità, come gli acquisti nelle librerie “laiche” (19,3%) e nelle librerie on line (7,2%). Una curiosità in più: i lettori di libri religiosi acquistano anche on line – e il dato è in linea con quello del mercato complessivo – non solo libri di carta (4%), ma anche ebook (2%). Una nicchia sempre più interessante: l’editoria religiosa rappresenta infatti il 6,6% del totale dei titoli pubblicati dagli editori cattolici (sfiora il 9% se si considerano anche i titoli di editoria religiosa pubblicati dagli editori laici) e il 5% del mercato dei canali trade (librerie, librerie on line, grande distribuzione). Un mercato tra luci e ombre: il mercato dell’editoria religiosa ha registrato nel 2014 – dopo anni in controtendenza o comunque meno negativi della media del settore – performance meno positive (-15% sul 2013, con un fatturato di 66milioni di euro). In particolare, l’area degli editori cattolici è cresciuta del 7,2%, mentre quella degli editori “laici” è diminuita del 12% soprattutto per l’indebolirsi del fenomeno “best seller” che aveva visto negli anni scorsi alcuni marchi “laici” cavalcare la crescita dell’interesse dei lettori verso alcune figure carismatiche (da Carlo Maria Martini a Benedetto Xvi, da Enzo Bianchi a Papa Francesco).
Il settore vede infatti una vivace concorrenza tra editori cattolici e “laici”, al punto che aree importanti come la saggistica teologica e la spiritualità sono presidiate in misura crescente da questi ultimi. «L’interesse dei lettori verso libri di argomento religioso è in crescita – ha spiegato Giovanni Peresson, responsabile dell’Ufficio studi di Aie. – Le ragioni sono evidenti, basti pensare al ruolo che il “religioso” ha oggi su temi che vanno dalla bioetica alla geopolitica fino alla procreazione assistita. Il “religioso” diventa per molte più persone di un tempo chiave di lettura delle trasformazioni e degli interrogativi posti dalla modernità. Questo introduce dinamiche nuove all’interno del settore, sia per gli editori che per le librerie, e di cui il cambiamento di peso dei canali di vendita e la crescita dei lettori di ebook rappresentano solo uno degli indicatori» «Proprio per questo editori e librai cattolici si sono dotati in questi anni di un Osservatorio che è stato via via affinato – ha sottolineato il presidente di Uelci, Gianni Cappelletto. – Di fronte ai cambiamenti che investono il nostro settore, dalle dinamiche competitive a un pubblico che non è più quello di soli 15-20 anni fa, c’è infatti la necessità di disporre di strumenti che aiutino librai ed editori a cogliere i cambiamenti in atto e a monitorare l’andamento dei vari segmenti. È fondamentale riuscire a creare momenti di discussione e analisi per ripensare al sistema di offerta editoriale, distributivo e alle modalità della propria presenza sul territorio con librerie moderne, in grado di far comprendere il valore aggiunto della nostra mission e a cosa ci differenzia rispetto all’editoria laica».