“Dolcemente complicate”, queste le parole che racchiudono la personificazione della femminilità di una vecchia canzone che parla di donne. Infatti è unicamente raro, trovare una signora che guardandosi allo specchio si trovi presentabile e graziosa.
È scientificamente testato e statisticamente comprovato che la maggior del gentil sesso mondiale, non prova piacere mirando la propria immagine riflessa. Ma al contrario, non fa altro che visualizzare e scrutare minuziosamente i più piccoli dettagli per scorgere difetti, anche quelli inesistenti, e aggiungerei soprattutto quelli.
Non a caso uno studio condotto recentemente da alcuni ricercatori dell’Università di Ankara, con l’ausilio di chirurghi estetici e plastici su un campione di sesso femminile di età compresa tra i 20 e 50 anni, ha rivelato l’inverosimile, ma in ogni modo la realtà dei fatti, e cioè che “metà delle donne usa lo specchio non per sapere la propria posizione nella top ten delle bellezze del quartiere ma per trovarsi i difetti”.
La bizzarria, stando a quanto riportano gli addetti ai lavori, è che i difettucci non sono solo quelli tipici da sempre, vale a dire pancia, fianchi e cosce, ma si aggiungono alla lista venticinquenni ossessionate dal proprio naso, quelle di dieci anni più mature con l’emblematico punto cruciale della pelle e dopo altri venti diventa la mandibola.
Insomma sembrerebbe che le donne non siano mai gratificate e compiaciute dal loro aspetto, e il fulcro del problema pare essere annidato nelle frustrazioni interiori, facendosi cosi, scudo del corpo per non affrontare quale sia realmente il vero quesito da risolvere.
Caso voglia che Billur Sezgin, chirurgo plastico e autore della ricerca, ha dichiarato: “Il 20 % delle donne che va sotto i ferri ha disordini psichiatrici e di queste l’80% è depressa. I medici devono selezionare solo le candidate ideali per non creare attese irrealistiche”.
Voi universo rosa cosa ne pensate, è davvero come dicono i luminari, è tutto correlato o ognuna è un caso a sé stante?