Le maratone elettorali non fanno per noi, anche se gradiamo quelle televisive del direttore Mentana, perchè alla fine si risolvono in un rosario di enunciati ed editti alla fine dei quali risulta anche massimamente difficile individuare semplicemente chi ha vinto e chi ha perso nella tornata elettorale di riferimento, come in questo caso per le elezioni del nuovo Parlamento Europeo ed il corollario delle amministrative tenute a macchia di leopardo in tutto il Paese.
Sgombriamo subito il campo e diciamo subito: non vi aspettate nessuna disamina politologica sul voto nei righi seguenti perché, se ci riusciamo, non ne dovreste trovare nemmeno l’ombra.
Quello che vorremmo focalizzare, invece, è una riflessione che si basa su un’analiasi antropologica e comportamentale del popolo chiamato a votare e, precisamente vorremo indagare quella discrasia, resa palese questa volta sia prima del voto che subito dopo, fra l’onda di protesta che si è levata da una parte all’altra dello stivale nelle settimane immediatamente precedenti il voto contro la campagna elettorale di chi poi realmente è uscito vincitore dalle urne. Vogliamo, in realtà, capire e dare una risposta sul perchè sembra che l’elettorato sia affetto da una strana sindrome di Stoccolma.
E’ dalla caduta del muro di Berlino che, puntualmente, sentiamo che è finita l’era delle ideologie e che bisogna ragionare in maniera più moderna ed in omaggio a categorie più proprie del terzo millennio e non del ‘900.
Indagare quella dinamica che si realizza sempre, indipendentemente da chi siano i reali protagonisti, uscendo dal meccanismo perverso destra/sinistra.
Per fare questo saccheggerò l’analisi comportamentale “Dopo 2000 anni il Popolo salva ancora Barabba” (https://riuscireadessere.blog); un saccheggio bonario ed autorizzato dall’autrice Maria Letizia Borgia, che ci pregiamo di avere come collaboratrice di questa stessa testata.
Tutto dipende dalla dinamica del Mediocre
Questo non è il punto di partenza ma quello focale di tutta la dinamica che muove la nostra società attuale. “Le dinamiche comportamentali producono energia, forza di movimento, forza di ottenimento.La dinamica del comportamento “mediocre” è costantemente sollecitata al fine di appropriarsi e poter gestire le dinamiche di chi non ne sa fare un buon uso. Chi è padrone delle proprie dinamiche è libero e non può essere gestito attraverso facili manipolazioni, dunque scomodo. Al fine di mantenere questa “mezzanità” vengono promessi falsi privilegi ed effimeri futuri riconoscimenti attraverso i meta messaggi che agiscono sulla sfera emozionale/emotiva collegata al contenitore (n.d.r. scoperte di MLBsystem) Io Sono.”
Dunque, in campagna elettorale, il politico non fa niente altro che alimentare quello che viene definito l'”io sono” degli elettori. Una sfera che nasce dal bisogno di ogni persona di essere vista, riconosciuta e che attiva, per questo, tutta una serie di meccanismi motivazionali. Questa sfera, se da un lato, dà all’essere umano la misura della sua esistenza e del suo valore stabilendo confini e poteri, dall’altro porta al riconoscimento del proprio valore attraverso il giudizio altrui e la totale sottomossione al paragone.
Le persone che scelgono e agiscono ascoltando l'”io sono”, percepiscono se stessi in base ai giudizi esterni e nella misura in cui si omologano alle scelte di un fantomatico gruppo sociale al quale appartenere. Occasione ghiotta per il politico che con pochi concetti chiave può smuovere grandi masse di persone.
Le reazioni Umane
Secondo le scoperte MLBsystem, nella catalogazione di tutte le reazioni umane, si colloca una prima selezione di tre macro reazioni che contengono tutte le altre per equazione di significato. Il primo impatto che un essere umano si trova a provare davanti a qualsiasi cosa/situazione/incontro/persona si colloca dentro a queste tre macro reazioni dalle quali, successivamente, scaturiranno le obiezioni ricorrenti (non posso, non riesco, mi vergogno, non mi interessa) che daranno vita alle più comuni reazioni (rabbia, paura, diffidenza, noia, dubbio, complessi si superiorità o inferiorità, apatia, fatica). Ogni macro reazione, essendo collegata ad una catena reattiva che determinerà le dinamiche che andremo a creare e stabilirà la base della legge di attrazione, può essere considerata un Potere. Ovvero, posso andare in una direzione o in un’altra, determinandone così, tragitto, obiettivi, incontri, effetti, costi, ricavi.
A cosa porta questa analisi? Ad una doppia scelta, come giustamente dice l’autrice, o gestire in proprio quel potere o scegliere di delegarlo. Ecco perchè il popolo, aggregato massima espressione della medianità, messo di fronte ad una scelta fra il vero e l’utile sceglierà sempre l’utile. E’ la storia di Cristo e di Barabba che si ripete all’infinito.
Il popolo
Il Popolo (massa inserita nella mezzanità, ovvero persone comuni che non hanno conoscenza del proprio valore e del proprio Sentire, delle quali è facile gestire il potere scaturito dalla dinamica emotiva/reattiva) salva Barabba perché, essendo legato a questo meccanismo del paragone, per poter ricevere garanzie (o presunte tali) per esistere e non perdere privilegi (veri o illusori), Non riconosce l’essere libero da questo meccanismo (Il Cristo o verità e seguentemente ne avrà paura) e sceglierà per mi piace o non mi piace i due poli che gli verranno proposti dal referente (o considerato tale) Pilato, in base alla somiglianza più vicina alla propria identità.
“Barabba somiglia di più ed è imbrigliato come tutti nel meccanismo del paragone, prigioniero come tutti dell’illusoria promessa del privilegio.
Il Popolo sceglie Barabba per non mettere in difficoltà Pilato, dal quale si attende e spera di ricevere privilegi e soluzioni.
Il Popolo sceglie Barabba anche se non gli piace ma lo riconosce simile nell’essere partecipe del meccanismo, e non conta se sta a destra o a sinistra, non lo fa per valori o ideali ma per convenienza.
Non sceglie Gesù, perché è simbolo di libertà reale, verità e responsabilità. Propone un regno nel quale ognuno può essere sé stesso in base al proprio valore. Dice a tutti di fare, ognuno in base ai propri talenti ma comunque di fare. Ma il Popolo non lo riconosce poiché non è educato ad essere protagonista, ha invece bisogno di chi(chiunque) faccia al posto suo. Un Dio per Sacerdoti e Farisei, o un Imperatore per romani ed ebrei imperialisti. Quindi si sceglie Barabba anche se non ci piace, ma non perdere l’illusione delle promesse dei privilegi.
E poi, Gesù ci fa paura.”
Dunque?
I motivi della vittoria di chi ora si crogiola di aver stravinto questa tornata elettorale, ma anche quella precedente probabilmente, sta tutta qui: aver saputo fare leva su quel concetto incompleto, forse distorto, di identità della massa e di aver prontamente messo da parte chiunque scomodamente non si piegasse.
Fonte:
Invito tutti coloro che ne hanno voglia (ne vale la pena credetemi) a leggere per intero la ricerca che ho citato abbondamente all’indirizzo https://riuscireadessere.blog