Sanità sul piede di guerra, si è detto, nei giorni scorsi in relazione a “Vertenza Salute”, manifestazione che si è tenuta al salone della Stazione Marittima Napoli e che ha visto una partecipazione davvero massiva e di grande risonanza anche mediatica. Tutto vero e la posta in gioco è molto alta come abbiamo sottolineato nel nostro manifesto #Buonasanità.
“Le Organizzazioni sindacali, non intendono essere spettatrici passive del declino inesorabile della sanità pubblica, sottoposta a continui e pesanti tagli e tornano a chiedere al Governo d’ investire sul sistema sanitario pubblico, volano di una filiera produttiva che oggi vale 11 punti di PIL, a partire dalla valorizzazione del suo capitale umano,della distribuzione non omogenea dei LEA, della specificità di ruolo, status, identità, dei Medici e dei dirigenti sanitari, del futuro dei giovani dentro una idea ed una azione progettuale.
Il futuro del SSN, che perde pezzi di equità ed universalismo, non dipende solo dal finanziamento,che vede crescere il gap con gli altri paesi europei,
ma anche dalla capacità di superare un modello di sanità a pezzi per garantire una omogenea esigibilità del diritto alla salute in tutto il Paese.E
dalla inversione della scala delle priorità, che oggi pone la salute agli ultimi posti nelle strategie politiche, dal valore che si attribuisce al lavoro dei professionisti, dal ruolo e dalle responsabilità da assegnare ai Medici quel valore sociale che è nell’esercizio quotidiano di prossimità alle persone, negli ospedali, negli ambulatori, negli studi, nelle case dove vivono, nei luoghi dove lavorano.
La ricerca di compatibilità tra scienza, politica ed economia deve ricontestualizzare la professione per favorire un sostanziale cambio di paradigma culturale, politico e organizzativo al quale possiamo assicurare,in una logica di cambiamenti reciproci, appropriatezza clinica e qualità professionale.
Un Paese che cambia ha bisogno di un Ssn nuovo, centrato sul suo capitale umano, e di nuovi modelli di sviluppo sanitario e sociale. Non si può lasciare il progetto del futuro della nostra salute a interessati liquidatori fallimentari, ma riconquistare uno spazio politico come interlocutori e come soggetto negoziale, parte della soluzione per garantire una assistenza efficace ad un costo minore”.
Solo con una stretta sinergià tra tutte le parti in causa si può, dunque, pensare di arrivare ad incamminarsi su di una via di soluzione condivisa e proficua; soluzioni calate dall’alto non hanno senso e sarebbero solo avulse dal contesto della sanità nel momento in cui non contemplino la prtesa in carico di tutte le esigenze a partire da quelle dei cittadini.
dr.Raffaele Tortoriello Dirigente Medico Dipartimento Senologia Irccs Pascale e Coordinatore Regione Campania Medici UILFpl