In quindicimila hanno assistito alla giornata contro i rifiuti e l’inquinamento da spazzatura.
Quindicimila spettatori in piazza Dante a Napoli, prevalentemente giovani, il 23 febbraio hanno partecipato al “Giorno del rifiutoâ€, o “M – day†(munnezza day), sin da mezzogiorno e fino all’una di notte, allorché gli ultimi artisti ad esibirsi, M. Capone con i Bungt Bangt, hanno terminato la propria esibizione. Tra gli artisti più rilevanti, Beppe Grillo, Franca Rame, Edoardo Bennato, Enzo Gragnaniello e La Famiglia, cui si sono alternati scienziati ed esperti impegnati nella lotta contro i rifiuti e gli antidoti sbagliati: i professori De’ Medici, Comella, Marfella, Gentilini e Lucarelli, Maurizio Pallante, scrittore e collaboratore del Ministero per l’Ambiente per l’efficienza energetica, ed il combattivo Padre Alex Zanotelli. Promossa dai meet up dei grillini, la manifestazione è stata totalmente autofinanziata (6.500 € euro circa, raccolti mediante sottoscrizione libere dei cittadini di tutta Italia, con contributi provenienti anche dall’estero, senza nessuno sponsor) ed ha avuto un’incredibile risonanza a livello mediatico: circa centoventi giornalisti accreditati, dalle più importanti testate nazionali, sia televisive che di stampa (da Rai1 a Rai3, da Il Manifesto a La Repubblica, passando per SkyTg24, Anno Zero, La Stampa ed Il Messaggero) a televisioni straniere di grande rilievo, tra cui basta ricordare l’inglese Bbc. Napoli riparte dalla “Giornata del rifiutoâ€: questo è stato il senso dell’omonima manifestazione, una maratona di 12 ore, durante le quali si sono succeduti sul palco cantanti, professori, esperti e artisti di vario tipo per dire no ai rifiuti, agli inceneritori e a tutte le soluzioni inquinanti e per promuovere, invece, la raccolta differenziata e altre soluzioni di smaltimento ecosostenibile dei rifiuti. Più precisamente, gli organizzatori hanno voluto realizzare una giornata di informazione sul ciclo integrato di rifiuti “in un Paese senza informazioneâ€. Dire a tutti, dunque, come la spazzatura vada realmente trattata, senza inquinare l’ambiente e al di fuori di qualunque logica di guadagno. I toni, pacati ma decisi, hanno denunciato proprio la mancanza di reale informazione, se non di disinformazione, in cui galleggia la questione dei rifiuti: “sono venti anni che parlo di rifiuti – ha ricordato Grillo – ed oggi sono qui per chiedere scusa a questa terra, scusa per i politici di tutti gli schieramenti a una terra in cui oggi agisce un “manganello consapevoleâ€. Ho visto picchiare anziani e donne durante i blocchi contro la riapertura delle discariche, categorie che non avrei mai pensato potessero essere picchiate e oggi colpite da un manganello che sa dove colpireâ€. Grillo ha chiesto scusa anche “per Prodi, che ha riattivato, a mandato scaduto, i finanziamenti per i CIP6; nel ’92 fu realizzata una legge all’avanguardia per destinare il 7% alle energie rinnovabili, ma poi fu inserito nel testo la parola “e assimilateâ€: da quel momento, i vari petrolieri, l’ENEL, l’ENI, l’AGIP ed altri si sono spartiti 48 miliardi di euroâ€. “L’emergenza – ha sostenuto il comico genovese – è stata voluta a tavolino da banche e industriali del nord: la camorra è stata semplice manovalanza perché non è tanto stupida da attirare sulla regione militari ed attenzione mediaticaâ€. Da ciò, Grillo ha provocatoriamente invitato i napoletani a fare come il Kosovo, a separarsi da un Paese che ha reso “una delle città più belle del mondo uno spot della spazzaturaâ€. A chi gli chiedeva di scendere in politica anche a livello nazionale, poi, ha risposto che una lista nazionale “sarebbe un partito†e che preferisce appoggiare gruppi cittadini e regionali, dal momento che la “vera politica decisionale†è quella che si svolge a livello locale, non in Parlamento. In ultimo, il comico ha annunciato un referendum per il 25 aprile, per riformare il sistema informativo nazionale e dare corpo ad un’informazione che possa essere reale. Tre i punti proposti: “via i finanziamenti pubblici ai giornaliâ€, “via l’ordine dei giornalisti†e “abolizione della legge Gasparriâ€. La performance di Grillo si è conclusa con un’improvvisazione blues al pianoforte insieme ad Eduardo Bennato, con il quale ha suonato un pezzo dal ritornello esemplificativo, “Dint’ ‘a sta città nun se salva nisciun’ â€. Molto incisivo anche l’intervento di Franca Rame, che si è rivolta direttamente ai camorristi per ringraziarli dello strazio provocato alla terra campana, di cui hanno distrutto l’ecosistema, senza capire che anche i loro figli e nipoti ne pagheranno le conseguenze. Le denunce sono arrivate, durissime, anche da Padre Alex Zanotelli. Il missionario ha puntato il dito contro una riunione, che sarebbe avvenuta in un ristorante a Villaricca nel lontano ’89, durante la quale settori dell’economia settentrionale, esponenti della loggia massonica della P2 e della camorra stabilirono di rendere la Campania uno sversatoio nazionale. Da quel momento, quelle società , con l’appoggio delle mafie locali e il tacito assenso di chi doveva vigilare, hanno inondato di rifiuti tossici la Regione, con le conseguenze ambientali e sanitarie che oggi, tristemente, tutti conosciamo. Il prof. Marfella ha ricordato come la Campania sia la dimostrazione di un pericolo che si nasconde ovunque, e che non bisogna fare come Veronesi, da lui comunque considerato un “guru†della scienza oncologica, il quale ha sostenuto che gli inceneritori portano con sé un rischio tumorale nullo, come a dire “non preoccupatevi di modificare il vostro DNA, i nostri medicinali vi faranno guarireâ€. Un pensiero agli inceneritori arriva anche da Pallante, il quale ha ricordato che l’incenerimento è la quarta ed ultima opzione da seguire secondo le direttive europee, che noi abbiamo, però, adottato come prima e necessaria. Piuttosto, sarebbe stato più opportuno, secondo Pallante, puntare sui “rifiuti zeroâ€, sulla differenziazione e sull’energia senza combustione, che sono le altre soluzioni indicate dalla Commissione. Sull’esempio dell’inceneritore di Brescia, poi, la disinformazione è stata evidente: se è vero che è stato indicato come miglior inceneritore al mondo dalla Columbia University, è altrettanto vero che sono state rilevante percentuali di diossina sei volte superiori alla norma nei campi intorno la città e nel latte prodotto dalle mucche. Lo scrittore, inoltre, ha sostenuto, a margine della manifestazione, che “le cose da fare sono due: la raccolta differenziata, dal momento che i rifiuti sono un flusso e ogni giorno ne vengono prodotti, e tutto ciò va bloccato anche attraverso la riduzione di rifiuti. Inoltre, abbiamo bisogno di impianti di trattamento meccanico biologico, per recuperare ancora tutte le materie recuperabili dai residui di ciò che non viene raccolto in modo differenziato, e impianti di compostaggio per trasformare in compost la frazione organicaâ€. Una lunga maratona per dire no ai rifiuti e all’inquinamento ambientale ad essi connesso e, soprattutto, per informare e spiegare che il problema si può risolvere in tempi ragionevoli ed ecocompatibili. Differenziare è la parola d’ordine, così come diminuire il flusso di spazzatura che quotidianamente inonda le strade delle città . Ridurre gli imballaggi, promuovere l’acquisto di prodotti, come detersivi e latte, alla spina, evitare l’uso di buste di plastica per la spesa sono alcune delle soluzioni che ogni singolo cittadino può far proprie per contribuire alla causa ambientale della città . Tecnici e artisti, tutti volontari e non retribuiti, hanno appoggiato la causa dell’emergenza rifiuti napoletana. La società civile è scesa in piazza: laddove la politica si è rivelata incapace, la popolazione sta provando a cambiare le carte in tavola, per evitare che gli sfaceli della classe dirigente gravino ulteriormente sulle “persone comuniâ€.