(Adnkronos) – “Sono solo concentrato sul salvare la vita di mia figlia e fare ciò che è nel migliore interesse di Indi”. Dean Gregory, il papà della piccola Indi, la bimba affetta da una rara malattia del Dna mitocondriale per la quale è stata disposta l’interruzione dei supporti vitali, non si arrende.
“Lei merita una possibilità”, ha spiegato alla ‘Bbc’, dopo l’ultima pronuncia del giudice che ha negato ieri anche la possibilità di gestire il fine vita a casa, in quanto non ritenuto nel miglior interesse della bambina e “quasi impossibile” da realizzare al domicilio senza rischi di complicazioni.
Ma il papà obietta: “Ha un Paese che si offre di pagare per tutto: dobbiamo solo portarla lì, così non costerà nulla all’ospedale o al governo”. I medici che curano Indi al Queen’s Medical Center di Nottingham ribadiscono di non poter fare altro per lei. I genitori avevano chiesto che potesse tornare nella loro casa a Ilkeston, nel Derbyshire. Un’opzione che non è stata ritenuta praticabile.
Indi Gregory : il papà non si arrende
La famiglia farà appello, come spiegato dal Christian Legal Centre, che li sostiene. Ma il tempo è poco, perché il giudice ha stabilito che i trattamenti che tengono in vita Indi potranno essere interrotti dalle 14 (15 ora italiana) di oggi. I medici, riporta la ‘Bbc’ hanno detto al giudice che Indi era attualmente “chiaramente angosciata, agitata e dolorante” e che, pur potendo l’estubazione avvenire ovunque in teoria, le sue cure successive dovrebbero essere “gestite da professionisti qualificati con risorse a disposizione per affrontare le complicazioni e ridurre al minimo il disagio”.
La motivazione è dunque questa. “Tutti pensano: ‘perché non la lasciano andare?’. Non hanno nulla da perdere”, riflette Dean Gregory che si è detto sicuro del fatto che se Indi avesse avuto il permesso di viaggiare in Italia, avrebbe potuto essere salvata. Keith Girling, direttore medico del Nottingham University Hospitals (NUH) Nhs Trust ha dichiarato di essere consapevole del fatto che “è un momento incredibilmente difficile per Indi e la sua famiglia, e i nostri pensieri sono con loro oggi.
A seguito della decisione dell’Alta Corte, la nostra priorità – ha assicurato – rimarrà quella di fornire a Indi cure specialistiche adeguate alle sue condizioni e in linea con le indicazioni della corte, sostenendo la sua famiglia in ogni modo possibile”.
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