Niente dimissioni, almeno per ora, per assessori e presidente della Provincia di Napoli Nella sala Mariella Cirillo di palazzo Matteotti a chiarirlo è proprio il presidente Antonio Pentangelo subentrato a Luigi Cesaro nell’ottobre del 2012 . Mancano 5 mesi per la trasformazione dell’ente in città metropolitana e il braccio di ferro tra Pentangelo e il sindaco di Napoli, che lo sostituira da gennaio prossimo, si consuma sui dati dell’ultimo rendiconto della Provincia
I tagli dello Stato e i tagli della Regione: il collegio dei Revisori si esprime sul documento contabile con “ parere sfavorevole ”. La lotta è tra i tagli della spending review del 2012 e la loro correlazione con le altre voci di bilancio. Pentangelo lamenta minori trasferimenti statali verso la Provincia nell’anno 2013. Un ammontare complessivo di 43 milioni in meno poiché dal 2012 al 2013 si passati da 166 milioni e 223 mila euro a 123 milioni e 957 mila euro. Le maggiori diminuzioni avvengono però soprattutto per quanto riguarda i contributi e i trasferimenti della Regione per funzioni delegate il cui ammontare passa dai 95 milioni e 111 mila euro a 58 milioni circa ( 37 milioni in meno) . Santa Lucia infatti, aumenta i trasferimenti correnti verso la Provincia che passano da 714 mila euro a 5 milioni e 464 mila euro ( 4,7 milioni in più) dal 2012 al 2013 , ma nella sostanza, raggiunge un saldo negativo nei confronti della Provincia pari a 32 milioni ( dato dalla sottrazione dei 37 milioni delle funzioni delegate con i 4 milioni circa in più dei trasferimenti correnti). Mentre per quanto riguarda i trasferimenti dallo Stato la contrazione è più lieve, passando nello stesso arco temporale, da 70 milioni e 375 mila euro a 60 milioni e 397 mila ( 10 milioni in meno circa). Ma Pentangelo, segretario provinciale anche di Forza Italia, attacca il governo e perdona la Regione. Complici forse anche quelle voci di corridoio che, dopo l’ incontro con Silvio Berlusconi a Napoli per il processo Lavitola -presso il ristorante Mattozzi- lo vogliono come assessore della giunta Caldoro, ora che sta per chiudere la sua esperienza in Provincia. Sempre grazie all’intercessione di Luigi Cesaro.
Presenti in sala anche il presidente Luigi Rispoli, l’ assessore al bilancio Marinella Nasti, i consiglieri di maggioranza Luigi Soraniello, Massimo Filoia, Enrico Flauto e gli assessori Ciro Alfano, Lucia Galdieri, Giuseppe Caliendo. Perché se il consiglio provinciale deve cessare le sue funzioni il prossimo 28 giugno in base alla legge che istituisce le future città metropolitane, sostituito da un consiglio metropolitano formato da 24 componenti eletti tra i sindaci e i consiglieri comunali dei 92 municipi della Provincia, ora la disputa riguarda l’esistenza o meno della giunta provinciale
Le altre voci critiche di bilancio: bassa riscossione delle entrate tributarie e cifre astronomiche per i residui attivi e passivi: Ci sono cifre molto più cospicue, per altre voci di bilancio, che mettono a repentaglio l’ equilibrio finanziario di quell’ente, che qualsiasi futuro Sindaco della Città Metropolitano, si augura che arrivi scevro di debiti nel 2015.
Attualmente, come sottolineato dal collegio dei revisori, la Provincia si trova in una situazione molto similare al Comune di Napoli per quanto riguarda lo squilibrio della parte corrente, quella da cui dipende l’ erogazione dei servizi essenziali. Dall’edilizia scolastica, alla viabilità, all’ambiente.
Si registrano infatti entrate pari a 388 milioni e spese pari 491 milioni per un risultato negativo ( disavanzo) pari a 120 milioni e 704 mila euro.
A salvare l’ ente dal default, è solo un avanzo di amministrazione conseguito negli esercizi precedenti pari a 129 milioni e 360 mila euro.
Colpevole soprattutto la mancata riscossione delle entrate tributarie che registra un down tra il 2012 ( 353 milioni ) al 2013 ( 200 milioni e 767 mila euro).
E sempre a confronto dei 43 milioni in meno di trasferimenti, ci sono da evidenziare gli importi dei residui attivi e passivi, e cioè delle somme impegnate e non riscosse e delle altre impegnate e non spese.
Anche qui, i risultati non sono confortanti e incidono sull’ equilibrio della parte corrente e quindi sui servizi da erogare ai cittadini. A palazzo Matteotti si regista 1 miliardo e 63 milioni di residui attivi e 878 milioni e 264 mila euro di residui passivi. Per i revisori è necessario non solo di verificare la concreta esigibilità delle voci ( i residui attivi ) che si continuano a mantenere in bilancio ma anche disporre sempre di un’ avanzo di amministrazione pari al 50% da riciclare nel caso in cui la situazione dovesse esplodere e avvicinarsi sempre di più al default.
L’aumento esponenziale dei debiti fuori bilancio: A crescere esponenzialmente nel corso di un anno, sono stati i debiti fuori bilancio che nel 2013 raggiungono la cifra di 11 milioni e 861 mila euro al confronto del totale di 1 milione e 382 mila euro del 2012.
La situazione delle partecipate: mancano i dati di bilancio aggiornati di molte delle società partecipate per un costo totale sostenuto dalla Provincia di 147 milioni e 755 mila euro con una gestione caratteristica negativa in cui a contraddistinguersi per il solo primo bimestre dell’anno è AR.ME. Na spa con una perdita pari ad 1 milione e 638 mila euro.