Pensione anticipata con prestito pensionistico o mini pensione, con quota 100, a 62 anni di età con 35 anni di contributi e penalizzazioni, con part time e staffetta generazionale. E poi tagli alle baby pensioni, revisione delle pensioni integrative, di reversibilità e di invalidità o addirittura ricalcolo contributivo per tutti. Peccato però che valga il detto latino “sine pecunia non cantantur missa”, giacché al Ministero dell’Economia hanno fatto chiaramente capire che non ci sono fondi sufficienti per modificare l’impianto pensionistico.
D’altronde dal convegno sul lavoro organizzato dal PD a Torino, anche il ministro del Lavoro Poletti implicitamente ha ribadito il concetto, bocciando l’emendamento di proroga per il pensionamento anticipato delle donne con l’opzione del sistema contributivo proprio perché mancherebbero le risorse. Tuttavia il Ministro ha spiegato che vaglierà tutte le proposte perché qualcosa bolle in pentola ma non nell’immediato. La priorità è conciliare proposte del Governo e quelle dei sindacati.
Obiettivo dell’esecutivo è riuscire ad accumulare risparmi da riutilizzare sempre nelle pensioni. Questo potrebbe essere raggiunto attraverso il ricalcolo contributivo con aliquote progressive per pensioni superiori ai 3mila euro e in parte calcolate con vecchio sistema retributivo, come proposto dal presidente dell’Inps Boeri, o anche modificando baby pensioni e pensioni integrative, di invalidità e di reversibilità. Sistemi,questi, che già erano stati anticipati dal premier Renzi, d’accordo con i suoi consiglieri economici. Da valutare inoltre l’impiego di sistemi di cambiamento che non richiedono l’impiego di ulteriori risorse e a costo zero come prestito pensionistico o passaggio al lavoro part time.
Dovrà indubbiamente trattarsi di interventi volti a rendere il sistema pensionistico italiano più flessibile e sostenibile e che portino nelle casse dello Stato nuovi risparmi, anche consistenti, da reinvestire proprio nei punti deboli dell’impianto attuale pensionistico, ad esempio esodati, quota 96, senza trascurare welfare e giovani.
E mentre il Comitato Opzione Donna avanza con la class action, il senatore Panizza presenta per la prima volta, in Parlamento, un piano della staffetta generazionale: riduzione dell’orario di lavoro per i più anziani, con una riduzione dello stipendio, ma invariato pagamento dei contributi. Un modo, questo, per consentire ai lavoratori più anziani di poter lavorare meno e lasciare posti liberi per i più giovani.