La Cia-Agricoltori Italiani e l’Anp-Cia (pensionati) esprimono netta contrarietà a ogni intervento che colpisca le pensioni di reversibilità, così come previsto dal disegno di legge delega del Governo per il contrasto alla povertà.
La Cia e Anp-Cia chiedono che venga cancellata dal Disegno di Legge delega la parte in cui, in modo subdolo, si fa riferimento a ‘…prestazioni di natura previdenziale, sottoposta alla prova dei mezzi…’, che tecnicamente si traduce in ‘le pensioni di reversibilità’.
Non vi è alcuna ragione – spiegano le due organizzazioni-per operare tagli ai danni dei pensionati di reversibilità, perché gli ultimi dati sul bilancio del sistema previdenziale italiano dimostrano la piena sostenibilità della spesa pensionistica. Il costo delle pensioni in Italia è pari ai contributi previdenziali pagati dai lavoratori e dalle imprese.
La spesa previdenziale, propriamente detta, in Italia ha un’incidenza del 10,7 per cento sul Pil e si colloca molto al di sotto della media europea che è del 14 per cento circa. I pensionati di reversibilità coltivatori diretti, pur percependo le pensioni più basse, sarebbero i più colpiti –concludono Cia e Anp– se sottoposti a valutazione Isee (Indicatore sulla situazione economica equivalente), perché verrebbero considerati i terreni agricoli che vengono condotti dagli anziani proprio per integrare il basso reddito pensionistico.