La realtà supera la fantasia
Pennellate di bugie di Pamela Luidelli edito da Horti di Giano è il quarto romanzo dell’autrice dopo Un caffè per la vittima (2021), Un caffè per l’assassino (2022), e Diretto all’inferno (2023). Il libro è ricco di intrighi e mistero, situazioni pericolose e segreti da non svelare.
L’autrice è riuscita a dare a questa storia il giusto pathos con una sapiente miscela di mistero e sensibilitàche coinvolgono il lettore fino all’ultima pagina. Una storia come tante, che si apre con un lutto che cambia la vita e che a sua volta verrà trasformata da un evento che metterà a dura prova la protagonista.
Siamo negli Stati Uniti e la signora Müller è una nota scrittrice. L’arrivo forzato della nipote Felicia la costringerà a superare il torpore in cui è caduta, riacuendo i suoi sensi e sprigionando le sue forze vitali.
Pamela Luidelli è un’appassionata viaggiatrice. Ama la scrittura e la lettura e quando può scappa alla ricerca dei suoi amati castelli con fantasmi. Gestisce l’interessante canale YouTube PAMLive in cui intervista artisti di vario genere e il blog www.iviaggilowcostdipamela.com, in cui parla di città visitate ma anche di fantasmi, leggende, libri e cucina.
Ringraziamo Pamela per questa bella intervista e ne approfittiamo per parlare con lei non solo del suo libro ma anche di scrittura e lettura.
Pennellate di bugie di Pamela Luidelli
Salve Pamela, lei è nuova ai lettori di Cinquecolonne Magazine. Ci racconta brevemente cosa fa nella vita, di cosa si occupa?
Desidero esprimere la mia gratitudine a Cinquecolonne Magazine per avermi concesso la possibilità di presentarmi. Risiedo insieme alla mia famiglia sul Lago Maggiore, sorgente d’ispirazione per i miei romanzi. Nonostante gli imprevisti che la vita riserva, trovo comunque il tempo di viaggiare alla ricerca di castelli europei e dei fantasmi che li abitano. Peccato che non mi accada mai di incontrarli, ma pazienza: la speranza è l’ultima a morire! La routine quotidiana invece prevede lunghe ore trascorse nello studio, in compagnia del fedele amico a quattro zampe Artù, immersa tra le pagine dei libri, sorseggiando talvolta davvero troppe tazze di latte e tè, alla continua ricerca di una nuova storia da raccontare.
Pennellate di bugie è la sua ultima fatica letteraria. Rispetto ai suoi romanzi precedenti questo non è un vero e proprio giallo. Cosa l’ha spinta a cambiare genere?
Come accennato in precedenza, questo è il quarto mio romanzo pubblicato. Tuttavia, desidero sottolineare che si tratta del mio primogenito, quello che ho voluto sottoporre ad una maturazione accurata. Il genere di appartenenza è il romanzo giallo e per la prima volta ho deciso di adottare un approccio soft nell’ambito investigativo, pur preservando intatta l’emozione tipica del genere. La complessità delle relazioni familiari tra madre, figlia e nipote è stata affrontata con realistica sensibilità, sottolineando la crudele realtà della violenza sulle donne. In questo modo, il mio lavoro si differenzia nettamente dai miei scritti precedenti, mettendo in luce uno stile nascosto che mi appartiene.
Soffermiamoci sul titolo del romanzo. Perché lo ha scelto? Che ruolo hanno le bugie nella storia della protagonista?
Inizialmente il titolo era diverso: “La vita è un viaggio”. Tuttavia, alla luce della trama, ho preferito optare per un nome diverso, in grado di catturare l’essenza delle bugie, quelle raccontate per il bene degli altri, quelle per evitare conflitti e, soprattutto, quelle che raccontiamo a noi stessi per allontanare la realtà. Ma, come ben sappiamo, le bugie sono e rimangono bugie: la verità finisce sempre per emergere, apportando una torrenziale quantità di problemi. Non scordiamoci mai di questo. Alla fine la protagonista e tutta la sua famiglia attingerà da questa saggezza, conservandola come un gioiello prezioso.
Quando è entrata la scrittura nella sua vita?
Potrei redigere un saggio sulla mia passione per la scrittura, tuttavia mi preme confessare che è giunta in ritardo nella mia vita, solo sei anni fa. Devo ringraziare mio marito che mi ha spinto a provare. Prima di cimentarmi in questo campo, mi sono dedicata alla lettura, divenendo presto una lettrice accanita. A tal punto che non esiterei a leggere anche venti libri al mese per la soddisfazione delle mie ricerche. In effetti, la mia mente è costantemente in fermento.
Quando si dedica alla scrittura dei romanzi? Durante i suoi viaggi oppure ha bisogno di momenti di tranquillità e solitudine per dare vita al suo processo creativo?
Sono convinta che lo scrittore debba essere considerato un artista a tutti gli effetti, in grado di sperimentare, studiare e commettere errori. In passato, scrivevo solo nel tempo libero, ma ho presto capito che non era abbastanza: necessitavo di dedicarmici a tempo pieno e così ho fatto. Ci sono giorni in cui leggo di più e scrivo meno, ma ciò fa parte del processo creativo. Ogni volta che mi è concesso di viaggiare, devo ammettere che l’effetto benefico è impareggiabile. L’esperienza di scoprire nuovi luoghi e culture mi eleva anima e spirito, offrendomi un nutrimento emotivo senza eguali. Mi è stata donata la fortuna di avere il mio studio personale dove poter trovare rifugio e concentrazione, accanto alla mia amata collezione di libri. La tranquillità che tanto desidero mi attende tra quelle pareti. Ringrazio di cuore per questa opportunità