Da qualche anno le stufe a pellet godono di rinnovata popolarità, considerate come sono un buon modo per riscaldare casa senza spendere troppo anche in tempi di caro bollette. Ci sono trucchi, però, che consentono di risparmiare sull’uso della stufa a pellet? E, se sì, quali sono?
Più che di trucchi si tratta di piccole accortezze. Con ogni probabilità la più importante è scegliere su Tecnomat una stufa a pellet che abbia caratteristiche davvero adatte alle proprie esigenze e a quelle dei propri ambienti. Se la stufa è troppo piccola e gli ambienti da riscaldare molto grandi o dotati di numerose aperture, è probabile infatti che pur optando per il pellet si finisca per spendere la stessa cifra che si spenderebbe con il riscaldamento a metano o con una stufa elettrica o a gas.
Risparmiare sull’uso della stufa: perché è fondamentale la scelta del pellet
Altra accortezza fondamentale per risparmiare sull’uso della stufa a pellet è scegliere il pellet giusto. Le alternative disponibili in commercio sono ormai numerose e per provare a orientarsi si potrebbero leggere le informazioni riportate per legge sui sacchi di pellet. Le più importati sono tre: specie legnosa, potere calorifico e residuo fisso.
Essendo essenzialmente un residuo di lavorazione, il pellet può essere di faggio, di abete – tra le essenze più comuni – o di larice, di pino e non mancano pellet misti ottenuti mischiando residui di più legni diversi. La specie legnosa non incide tanto sulla quantità di calore generato dalla stufa a pellet, quanto sulla rapidità d’accensione e sulla facilità con cui si mantiene costante la temperatura degli ambienti. Per risparmiare sull’uso della stufa a pellet ma senza rinunciare a stare sempre caldi in casa, meglio optare allora per legni più duri e meno resinosi come il faggio che durano più a lungo e consumano di meno.
Quanto al potere calorifico, gli esperti consigliano di scegliere pellet che abbiano valori compresi tra i 4.5 e 4.8 kWh/kg. Non sempre i dati riportati sui sacchi di pellet seguono lo stesso standard, però, per questo è più utile tenere in considerazione la classe energetica del pellet: la migliore è la classe A1 che comprende pellet con un buon rendimento calorifico e un residuo fisso limitato; anche la classe immediatamente successiva, la A2, è ottima quando si cerca pellet per uso domestico; classi inferiori, a partire dalla B, sono sconsigliate invece perché sono meno efficienti e tendono a produrre più cenere.
Proprio la cenere è, come si accennava, il terzo parametro per scegliere il pellet migliore. Volendo generalizzare il contenuto di cenere ideale è inferiore allo 0.7%: solo in questo modo si ha la certezza che la propria stufa non crei scarti in eccesso (fermo restando che gli scarti prodotti dal pellet non sono affatto paragonabili, neanche a livello di impatto ambientale, a quelli prodotti da altri combustibili come soprattutto il gas metano).
Meno cenere aiuta a risparmiare, comunque, anche perché non si rischia di abbassare troppo le prestazioni della stufa come fanno in generale sporco e residui. Tra le accortezze per evitare i consumi eccesivi con le stufe a pellet c’è, non a caso, dedicarsi con costanza alla loro pulizia e manutenzione. Anche impostare una temperatura non superiore ai 22° e accertarsi che porte e finestre non abbiano spifferi sono, infine, trucchi generici per risparmiare sull’uso della stufa a pellet.
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