Le dimissioni rassegnate e poi ritirate da parte di Cosentino, il rumor relativo alla rinuncia della Mussolini, danneggiano l’immagine di coesione fin’ora vantata dalla coalizione di centro-destra ?
Stanislao Lanzotti, trentaquattro anni, imprenditore edile, è consigliere del Pdl al comune di Napoli. In vista delle prossime regionali campane, fa parte del comitato di coordinamento della campagna elettorale a favore di Stefano Caldoro. Discutiamo con lui di alcune tematiche emerse proprio in sede di campagna elettorale in queste prime settimane.
Dott. Lanzotti il centro-destra campano arriva a queste regionali dopo dieci anni di opposizione. Gli ultimi sondaggi accreditano un netto vantaggio di Caldoro sul democratico De Luca, vantaggio che pare assestarsi sul 10-12%. Eppure la campagna elettorale del Pdl rimane di basso profilo, fatta di incontri con le associazioni di categoria e dibattiti nel chiuso delle sale congresso degli hotel. Manca, insomma, il clamore e il contatto col pubblico che pur ci si aspetterebbe. Ci può spiegare le ragioni di questa situazione?
Proprio perché siamo in forte vantaggio sul principale avversario possiamo permetterci di concentrarci sui contenuti e di evidenziare la nostra politica del fare, muovendoci con tutta calma. Possiamo evitare le urla e la confusione che, invece, deve sollevare chi insegue. Comunque il contatto con la cittadinanza non mancherà . A breve apriranno, distribuiti su tutta la città di Napoli, undici “Caldoro-point”, dei quali sono il responsabile. Questi non saranno solo dei luoghi di pubblicità della campagna elettorale, ma anche dei luoghi di interazione e di confronto diretto con la gente.
Non crede che la querelle relativa alla provincia di Caserta, le dimissioni rassegnate e poi ritirate da parte di Cosentino, il rumor relativo alla rinuncia della Mussolini, danneggino l’immagine di coesione fin’ora vantata dalla coalizione di centro-destra?
Ritengo assolutamente di no. Anzi, sono un segno positivo, di dialettica interna. Il Pdl è un grande partito, ed è normale che vi siano delle criticità : l’importante è non drammatizzarle, e comprendere che sono assolutamente normali in una forza politica che viaggia sul 40% a livello nazionale. D’altronde il Pdl è un partito per certi versi ancora giovane, e sta ancora trovando la sua struttura e le sue regole.
Tornando ai sondaggi, questi al momento non presentano particolari sorprese, se non il Movimento Cinque Stelle. Questo al momento è dato al 3%, e il dato è più significativo se si considera che, rispetto alle proiezioni di un mese fa, la sua crescita è direttamente proporzionale ai piccoli passi indietro compiuti non solo da Idv e Pd, ma anche dal Pdl. Insomma, ritiene che i grillini possano erodere voti anche agli scontenti del centro-destra?
Francamente non penso proprio. I sondaggi pre-elettorali sono sempre molto diversi da quello che è il responso delle urne. Piuttosto credo che il Movimento Cinque Stelle, alla fine dei conti, non arriverà neanche a superare lo sbarramento, così come Ferrero. Se dovessi fare una scommessa, direi che Fico prenderà l’1-1,2% dei voti.   Â
Roberto Procaccini