Antonio Marciano, candidato consigliere regionale con De Luca presidente, mette la politica al servizio soprattutto della difesa dei posti di lavoro, e parla anche dello scarso impegno del Governo Nazionale a risolvere la crisi
Antonio Marciano, napoletano, candidato al Consiglio Regionale nelle fila del Pd, è coordinatore della segreteria regionale del proprio partito. Dal 2002 collabora con Antonio Bassolino, all’interno della Giunta Regionale della Campania, in qualità di capo della segreteria tecnica e di assistente particolare. Dal 1999 al 2001 è stato responsabile dell’organizzazione del Pd e coordinatore della segreteria provinciale, dopo aver militato, sin da giovane, nel PDS.
Vincenzo De Luca afferma di voler essere dalla parte dei cittadini stanchi della politica, prendendo, quindi, le distanze dai giochi politici e di potere. Esponenti della Federazione della Sinistra, però, sono dell’opinione che egli, in tal modo, assuma un comportamento qualunquista, non rappresentando, quindi, una vera speranza per le classi più deboli. Lei cosa si sente di rispondere alle loro affermazioni?
Penso che la Federazione della Sinistra si stia assumendo in questa campagna elettorale una responsabilità che, probabilmente, loro stessi non avevano preventivato. Rischiano di regalare la vittoria al centro destra e a Caldoro. Capisco le perplessità e le legittime scelte, ma forse, sapendo con quale destra abbiamo a che fare in Campania, si poteva fare una scelta più unitaria.
De Luca pone sé stesso e il proprio operato in una posizione piuttosto autonoma rispetto alla logica del proprio partito, contemplando, in futuro, la possibilità di creare alleanze significative anche con le forze della destra, se queste saranno di utilità ad una buona amministrazione. Si è addirittura definito egli stesso “la Destra Europea”. La Federazione della Sinistra, invece, considera di importanza fondamentale il partito come sede politica, criticando fortemente le posizioni prese da De Luca. Lei che opinione ha in merito?
I partiti sono elementi fondanti e portanti di ogni democrazia compiuta. De Luca viene dalla tradizione del PCI-PDS-DS, come me, del resto, e conosce bene questo tema. Quello della “Destra Europea” è un passaggio forzato che è stato estrapolato da un ragionamento più ampio. In ogni caso, se la partita è aperta lo si deve anche e soprattutto alla passione e al lavoro dei nostri militanti.
Lei intende la politica soprattutto come strumento di difesa dei livelli occupazionali. Qual’è, quindi, la prima mossa politica da effettuare se vincerete le elezioni?
Fare uno straordinario sforzo per sostenere ancora di più e meglio i precari della scuola piuttosto che i lavoratori delle aziende in crisi. La Regione Campania ha fatto moltissimo in questi mesi, contrastando una crisi gravissima che, invece, il Governo Nazionale continua a non vedere. Ci si preoccupa dei problemi personali del Premier ma mai di quelli ben più importanti delle famiglie.
Da come si legge sul suo sito, lei e il Pd date piena fiducia al presidente Napolitano, in quanto garante delle regole che consentono un corretto funzionamento delle istituzioni democratiche, messe in pericolo dal governo Berlusconi. Qual è il suo parere in merito alla firma del Presidente della Repubblica al decreto salva-liste?
Il Presidente della Repubblica può non firmare la legge solo se non c’è copertura economica e/o laddove si ravveda una palese incostituzionalità . Così dice la Costituzione e io sono convinto che Napolitano sia il miglior interprete e garante di un ordinamento che, invece, Berlusconi e i suoi accoliti troppo spesso assaltano in maniera volgare e arrembante.
Lei reputa il vostro candidato presidente fonte di speranza e ottimismo per i cittadini. Perché?
De Luca ha dimostrato di essere un buon amministratore e di saper tenere unito il centro sinistra. Ma bisogna sapere che ciò che è stato fatto in questi anni non è tutto da buttare, anzi. Se la partita è aperta lo si deve anche alle tante realizzazioni importanti che la giunta Bassolino ha messo in campo. Ciò è talmente vero che Berlusconi ha tentato goffamente di appropriarsi dei nostri successi.
Daniele Picardi