Lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery in occasione della 58° Biennale di Venezia 2019, intende dedicare l’attenzione come evento indipendente e collaterale presso il “Pavilion Lautania Virtual Valley” a Carl T. Chew, RCBz e Reid Wood, tre artisti americani nati nel 1948 che riassumono compiutamente il lavoro di una ricerca marginal-attiva ch’è iniziata con Shozo Shimamoto, G. Achille. Cavellini, e poi proseguita con altri diversi artisti, tra cui Ryosuke Cohen, Carl T. Chew, RCBz e Reid Wood. In linea con il tema generale “May You Live In Interesting Times” della 58th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2019 che indaga sugli aspetti precari della nostra esistenza attuale, con una lettura della realtà osservata da più punti di vista, fra modi diversi di interpretare il mondo.
Per questo secondo evento internazionale vengono presentati 24 opere ciascuno dei tre artisti americani, in tre sale personali diverse con la carica metafisica e la condizione visionaria delle cose raccontata da Carl T. Chew, dal mistero dell’oggetto ansioso, dal mondo insostanziale e dai luoghi inoggettivi diventati “non luoghi” di Reid Wood, oppure, dall’intervento spesso dissacratorio e poetico tra fantasia, realtà e storia dell’arte dell’artista RCBz. Sono particolari riflessioni che gli artisti fanno oggi in questo anestetizzato contesto sociale carico di grande incertezza e disumanità in cui si confezionano spesso ingiustizie che certificano il disprezzo assoluto per la condizione umana. Sia Carl T. Chew che RCBz e Reid Wood lavorano utilizzando la fotografia e la stampa digitale approdando al teatro dell’essenza e dell’eterotopia trascorrente, tra spazio esteriore e spazio mentale divenuto accadimento e essenza poetica del “non-luogo.” Le opere ancora poco conosciute al grande pubblico dei tre artisti nascono dal bisogno di collocarsi al di là di un confine, in un’area di ricerca “marginale” capace di definire e porsi in forma alternativa alle ricerche ripetitive prodotte dal sistema ufficiale dell’arte. Un’invenzione giocata a tutto campo su “universi possibili”, intesa come il luogo privilegiato per rilevare nuove ipotesi di lavoro che nella dimensione creativa e mentale suggeriscono nuove possibilità di ricerca, tra la libertà della creazione e la globalità intelligente del fare arte. Permane in loro la proposta convincente di una ricerca volutamente di confine in un particolare campo di azione svolto tra fotografia e rappresentazione poetica, come spartiacque al modo omologato e spesso monotono proposto dal sistema istituzionale dell’arte.
Si ringrazia l’Archivio Carl T. Chew di Seattle, L’Archivio RCBz del Minnesota, l’Archivio Reid Wood di Oberlin, (Usa) e la Collezione Bongiani Art Museum di Salerno (Italy) per aver concesso le opere e aver permesso la realizzazione di questo secondo importante appuntamento internazionale.
Lo Spazio Ophen Virtual Art Gallery in occasione della 58° Biennale di Venezia 2019, intende dedicare l’attenzione come evento indipendente e collaterale presso il “Pavilion Lautania Virtual Valley” a Carl T. Chew, RCBz e Reid Wood, tre artisti americani nati nel 1948 che riassumono compiutamente il lavoro di una ricerca marginal-attiva ch’è iniziata con Shozo Shimamoto, G. Achille. Cavellini, e poi proseguita con altri diversi artisti, tra cui Ryosuke Cohen, Carl T. Chew, RCBz e Reid Wood. In linea con il tema generale “May You Live In Interesting Times” della 58th Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2019 che indaga sugli aspetti precari della nostra esistenza attuale, con una lettura della realtà osservata da più punti di vista, fra modi diversi di interpretare il mondo.
Per questo secondo evento internazionale vengono presentati 24 opere ciascuno dei tre artisti americani, in tre sale personali diverse con la carica metafisica e la condizione visionaria delle cose raccontata da Carl T. Chew, dal mistero dell’oggetto ansioso, dal mondo insostanziale e dai luoghi inoggettivi diventati “non luoghi” di Reid Wood, oppure, dall’intervento spesso dissacratorio e poetico tra fantasia, realtà e storia dell’arte dell’artista RCBz. Sono particolari riflessioni che gli artisti fanno oggi in questo anestetizzato contesto sociale carico di grande incertezza e disumanità in cui si confezionano spesso ingiustizie che certificano il disprezzo assoluto per la condizione umana. Sia Carl T. Chew che RCBz e Reid Wood lavorano utilizzando la fotografia e la stampa digitale approdando al teatro dell’essenza e dell’eterotopia trascorrente, tra spazio esteriore e spazio mentale divenuto accadimento e essenza poetica del “non-luogo.” Le opere ancora poco conosciute al grande pubblico dei tre artisti nascono dal bisogno di collocarsi al di là di un confine, in un’area di ricerca “marginale” capace di definire e porsi in forma alternativa alle ricerche ripetitive prodotte dal sistema ufficiale dell’arte. Un’invenzione giocata a tutto campo su “universi possibili”, intesa come il luogo privilegiato per rilevare nuove ipotesi di lavoro che nella dimensione creativa e mentale suggeriscono nuove possibilità di ricerca, tra la libertà della creazione e la globalità intelligente del fare arte. Permane in loro la proposta convincente di una ricerca volutamente di confine in un particolare campo di azione svolto tra fotografia e rappresentazione poetica, come spartiacque al modo omologato e spesso monotono proposto dal sistema istituzionale dell’arte.
Si ringrazia l’Archivio Carl T. Chew di Seattle, L’Archivio RCBz del Minnesota, l’Archivio Reid Wood di Oberlin, (Usa) e la Collezione Bongiani Art Museum di Salerno (Italy) per aver concesso le opere e aver permesso la realizzazione di questo secondo importante appuntamento internazionale.