Giovedì 20 giugno 2019, al PAV Parco Arte Vivente, viene inaugurata la collettiva che con i lavori di Marco Bailone, Gea Casolaro, Michelangelo Consani, Leone Contini, Piero Gilardi, Michele Guido, Ugo La Pietra e Gruppo Wurmkos, propone una riflessione sulla coppia complementare di due obiettivi strategici dei movimenti ecologisti e della loro base sociale.
La resistenza nella sua forte connotazione sociale è, come dice John Holloway, l’espressione di una soggettività ribelle che a partire dal ’68 e dalle sue istanze rivoluzionarie, si è via via accresciuta in tutti i continenti dove la rapacità del capitalismo e del neoliberismo hanno progettato nuovi sistemi e infrastrutture per depredare l’ambiente naturale e inquinarlo, scontrandosi con movimenti tenaci e durevoli di opposizione come, ad esempio in Italia, i movimenti NO TAV, NO TAP e NO MUOS.
La resilienza a partire dai primi anni 2000 è diventato l’altro asse strategico fondato sul superamento del concetto ambiguo della sostenibilità e quindi sulla convergenza tra le numerose forme di autonomia e resistenza sociale che operano a livello locale e che spesso sono già collegate tra loro da rapporti di mutua collaborazione.
Il fondamento storico della resilienza si identifica nel fatto che non esiste più una natura autonoma e “selvaggia” poiché, come dice il paesaggista Gilles Clément, oggi la natura è ibrida a causa delle complesse e inestricabili interazioni tra le forze umane e quelle della biosfera. I movimenti della resilienza ecologica sperimentano localmente, ma nel concreto una nuova gestione omeostatica del rapporto uomo-natura.
La strategia resistente/resiliente, in sinergia con gli altri movimenti anticapitalistici come l’anticolonialismo, l’antirazzismo e il femminismo, lottano e agiscono con lo scopo finale di cambiare la macro politica della società globalizzata ecocida.
Gli artisti ambientalisti di oggi si pongono all’interno di questo movimento molecolare di lotta, incrementando con le loro esperienze la delucidazione della crisi ecologica, l’interconessione delle azioni sociali e l’estensione della presa di coscienza della crisi dell’Antropocene a livello di massa.
L’intento di questa mostra al PAV è di esporre e divulgare l’attività di alcuni artisti italiani, in sintonia con la tematica, attraverso la realizzazione di progetti specifici nelle aree interne ed esterne del centro sperimentale di arte ambientalista.
Gli artisti invitati sono otto: Marco Bailone che dipingerà un murales sulle lotte della Valsusa; Gea Casolaro che presenterà il video Prima che la notte duri per sempre e una rassegna di immagini relative alla sua installazione Vivaio Eternot di Casale Monferrato. Michelangelo Consani collocherà nel parco del PAV la scultura di un daino come resistenza “naturale” dell’arte. Leone Contini realizzerà un pergolato con la coltivazione di vari tipi di cucurbitacee, i cui frutti caratterizzano gli orti e le mense delle comunità migranti in Italia. Piero Gilardi esporrà la sua installazione interattiva sul tema della sequoia Resilience.Michele Guido da una parte esporrà le sculture del Ceiba Project e dall’altra, nel parco, coltiverà un orto per la produzione di semi di specie vegetali rare e antiche. Ugo La Pietra collocherà all’interno della corte del PAV cinque gazebi con all’interno bonsai e oggetti simbolici dell’ecosofia e in parallelo offrirà una rassegna grafica delle sue esperienze di ecologia urbana. Il gruppo Wurmkos realizzerà una vigna a “topia” con uno spazio conviviale incorporato sulle pendici della collina del PAV.
Prima dell’opening della mostra, alle ore 17, si terrà una Tavola rotonda a cui parteciperanno, oltre ai curatori, Marco Revelli, Guido Viale e Barbara, portavoce di Extinction Rebellion Italia.