(Adnkronos) – L’accordo che si delinea per la riforma del patto di stabilità è concedere una flessibilità transitoria, legata all’aumento del servizio del debito, ai Paesi Ue sotto procedura per deficit eccessivo limitatamente agli anni 2025-27. Lo conferma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, al termine dell’Ecofin a Bruxelles. “In linea di principio è corretto – risponde – naturalmente i dettagli, la definizione giuridica è qualcosa che ancora merita giorni o settimane di lavoro. E’ un passo nella giusta direzione, cosa che ha ribadito anche Christian Lindner, oltre al sottoscritto anche in sede di Ecofin“, afferma.
Patto di stabilità: a quando la riforma?
“La posizione dell’Italia è sempre la stessa: viviamo circostanze eccezionali e riteniamo che serva un periodo transitorio per tenere conto di queste circostanze eccezionali. E speriamo che non si replichino ancora per molto“, osserva. “Riteniamo che debbano essere tenute in conto – prosegue – quelle necessità strategiche che l’Europa si è data in termini di sicurezza e di transizione digitale ed energetica-ambientale. Queste grande finalità politiche richiedono regole fiscali coerenti, per poterle finanziare. Altrimenti, rimangono dei nobili principi o auspici, ma senza possibilità concreta di traduzione. Le regole fiscali sono un mezzo per attuare questi fini, non un fine in se stesse“, sottolinea ancora.
Per concludere un accordo sulla riforma del patto di stabilità “è già annunciato un altro Ecofin straordinario tra il 18 e il 21 di dicembre. La data potrebbe essere il 19 dicembre, di sera, a quanto si apprende a Bruxelles, ma non ci sono ancora conferme dalla presidenza, cui spetta convocarlo. “Lei l’ha detto: piuttosto che un cattivo accordo, meglio le regole esistenti” del patto di stabilità, dice rispondendo alla domanda di un cronista.
Alla domanda se sia necessario un passaggio nel Consiglio Europeo, per risolvere gli ultimi nodi, il ministro replica dicendo di essere “rispettoso dei ruoli: se i capi di governo decidono che bisogna difendere i valori di libertà dell’Occidente, i ministri delle Finanze devono dare le risorse per poter svolgere questo ruolo“. “Se i capi di governo mi dicono che per la transizione energetica bisogna mettere centinaia di mln di euro, come fanno gli Usa, per raggiungere quelle finalità, io come ministro delle Finanze devo mettere a disposizione quelle risorse“, dice ancora.
Giorgetti: “Considerare approccio complessivo”
Nella riforma del patto di stabilità “noi accettiamo un pacchetto complessivo: non si può prendere, in questa vicenda, un punto e isolarlo dagli altri. Bisogna considerare l’approccio complessivo e vedere come escono fuori il braccio preventivo e quello correttivo“. “Perché su un punto o sull’altro – continua Giorgetti – potrei avere soddisfazione, ma non avere soddisfazione con il collega tedesco, francese, spagnolo, finlandese o croato. Diciamo che, dal punto di vista italiano, se l’accordo trovato in una fase transitoria diventasse definitivo, sarebbe logico e coerente con le aspirazioni europee“.
“L’Italia – sottolinea – non si lamenta rispetto al fatto che dobbiamo garantire sostenibilità fiscale: abbiamo anche accettato delle salvaguardie, proposte dalla Germania. Quello che ribadisco è che, se giovedì i governi continueranno a mantenere alti gli standard delle ambizioni europee, le regole fiscali europee devono essere adeguate a questi standard di ambizione“, afferma. “Il governo italiano ha già presentato un disegno di legge (la manovra economica 2024, ndr), che è all’attenzione del Parlamento, e una Nadef, che è coerente esattamente con questi obiettivi“. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)