Lo sport come motore dei valori da trasmettere ai giovani. Lo spettacolo di Patrizio Oliva diventa una tournee per le scuole che, partendo da Napoli, toccherà i teatri di altre sette città da Nord a Sud. La storia di oggi parla proprio di questo.
Il progetto “Educazione, formazione e valore”
Cinquecento alunni di cinque istituti napoletani – Savoia, Vittorio Veneto, Siani, Righi, e Gabella Coletti – hanno assistito alla prima tappa del tour Educazione, Formazione e Valore di Patrizio Oliva al teatro San Ferdinando di Napoli. Una platea attenta che ha ascoltato la storia raccontata dal campione di pugilato napoletano e ha partecipato al dibattito che ha seguito lo spettacolo, che ha visto sul palco, insieme con Oliva, il presidente nazionale dell’Ussi, Gianfranco Coppola, l’organizzatore della tournee, Maurizio Marino, il campione olimpico di pallanuoto e attuale direttore tecnico del Posillipo, Pino Porzio, e l’attrice Rossella Pugliese, che ha interpretato nello spettacolo la madre del campione.
Quattro chiacchere con Patrizio Oliva
Arriviamo, ora, al momento dell’intervista. Per parlare nel dettaglio di questo progetto, abbiamo deciso di rivolgere qualche domanda al protagonista stesso: Patrizio Oliva.
Come nasce l’idea di questo progetto?
L’idea nasce dalla necessità di mandare un messaggio ai giovani che da alcuni anni stanno attraversando un degrado generazionale, stanno crescendo senza regole e senza valori e le cronache di questi giorni stanno avvalorando questo degrado: ormai si spara e si accoltella con molta facilità. Questi giovani sono abbagliati dai social che mandano messaggi sbagliati, credono che la strada del successo sia quella più facile e più comoda e in questo modo cresciamo dei giovani senza spina dorsale, deboli. Noi abbiamo bisogno di crescere ragazzi forti che dovranno essere capaci di accettare le loro debolezze, le loro fragilità, le loro paure.
In cosa consiste il progetto?
Porto in scena il valore della fatica, del sudore, del sacrificio. Rappresento il mio spettacolo e, a seguire, mi confronto con i ragazzi delle scuole presenti in platea, rispondendo alle domande che scaturiscono dalle loro riflessioni. È un progetto realizzato dall’Associazione Culturale Arteteca con il contributo del Ministro per lo Sport e i Giovani, attraverso il Dipartimento per lo Sport, con il patrocinio dell’Unione Stampa Sportiva Italiana e con il sostegno di Union Gas e Luce, tutte realtà che hanno creduto nel ruolo educativo di questa mia iniziativa.
Educazione, formazione e valore. Non sono semplicemente elementi che formano il nome del progetto ma quali altri significati hanno?
Educazione: trovatemi un giovane che oggi in un mezzo pubblico cede il posto ed una signora o ad un anziano. Formazione: intervenire proprio in questa fascia d’età dai 13 ai 15 anni con dei messaggi positivi e formativi perché è in questa età che i ragazzi formano la loro identità e hanno bisogno della vicinanza di persone che gli vogliono bene, per aiutarli a gestire le proprie emozioni.
Quanto è importante comunicare i valori dello sport ai giovani?
L’obiettivo è far riprendere ai ragazzi attraverso lo sport quei valori importanti che stanno perdendo. Quando in termini sportivi parliamo di valori come il rispetto delle regole, lo spirito di gruppo, il senso di appartenenza, la solidarietà, la tolleranza, il rispetto dell’avversario, se questi valori li tramutiamo in senso civico, non sono altro che il rispetto per la legalità, per l’ambiente e per la persona in generale. Se un giovane vive con i valori dello sport, sarà una persona migliore.
Come si evolverà ora il progetto?
Dopo la tappa di Napoli, il programma ha previsto altre sette date: Avellino, Salerno, Benevento, Caserta, Bari, Genova e la chiusura a Roma il 17 dicembre al Teatro Ghione.