Nuovo traguardo per l’Italia che ha visto il riconoscimento del canto lirico come patrimonio immateriale dell’Unesco. La proclamazione è avvenuta nel corso della 18esima sessione dell’Intergovernmental Committee for the Safeguarding of the Intangible Cultural Heritage, tenutasi nel Botswana nei giorni scorsi. Nella stessa sessione la lista dei riconoscimenti ha coinvolto anche altri Paesi come Messico, Perù, Libano e Cuba.
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— UNESCO 🏛️ #Education #Sciences #Culture 🇺🇳 (@UNESCO) December 6, 2023
New inscription on the #IntangibleHeritage List: The practice of opera singing in #Italy 🇮🇹.
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Patrimonio immateriale Unesco: nuovo riconoscimento per l’Italia
Il canto lirico italiano è diventato patrimonio immateriale dell’Unesco. Il procedimento per ottenere il riconoscimento Unesco era iniziato nel 2019 grazie ad Assolirica. Nell’aprile 2022, poi, l’allora ministro della Cultura, Dario Franceschini, e il sottosegretario Lucia Borgonzoni, avevano presentato la candidatura ufficiale, sostenuta, in seguito, dall’attuale ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. L’intero percorso, non bisogna dimenticarlo, è iniziato ben 12 anni fa, nel 2011, con la creazione dell’associazione “Cantori Professionisti d’Italia” per la difesa e la diffusione del valore della musica e del teatro dell’opera come eccellenza della cultura italiana.
Il canto lirico in Italia è un modo di cantare fisiologicamente controllato che esalta la potenza della voce in spazi acustici come anfiteatri e chiese. È associato a specifiche espressioni facciali e gesti del corpo e prevede una combinazione di musica, dramma, recitazione e messa in scena… È un mezzo di libera espressione e di dialogo intergenerazionale e il suo valore culturale è riconosciuto a livello nazionale e internazionale
Dalla nota Unesco
Si allunga l’elenco dei patrimoni Unesco targati Italia
Con il riconoscimento del canto lirico si allunga la lista, già corposa in verità, dei patrimoni immateriali che portano la firma del nostro Paese che conta:
- L’Opera dei Pupi Siciliani
- Il canto a tenore sardo
- Il saper fare del liutario di Cremona
- La dieta mediterranea
- La festa delle Grandi Macchine a Spalla
- La vite ad alberello di Pantelleria
- La falconeria
- L’arte del “pizzaiuolo” napoletano
- L’arte dei muretti a secco
- La Perdonanza Celestiniana
- L’Alpinismo
- La transumanza
- L’arte delle perle di vetro
- L’arte musicale dei suonatori di corno da caccia
- Cerca e cavatura del tartufo
Le altre new entry della lista
La 18esima Commissione dell’Unesco, conclusasi il 7 dicembre scorso, ha riconosciuto tante altre realtà culturali nel mondo, tra piatti della tradizione, danze e mestieri.
Tra i piatti prelibati riconosciuti ci sono il ceviche peruviano e il Man’ouchè libanese. Il primo è un piatto a base di pesce crudo marinato nel limone, il secondo è composto da pasta di pane condita con timo e farcita con formaggio o carne macinata.
Riconosciuta anche un’arte transnazionale come la lavorazione a mano del vetro. La candidatura era stata presentata da Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria e Spagna.
Altre arti legate a mestieri entrate nell’ambita lista sono la tessitura a motivi Naga tipica del Laos, la tessitura del perizoma della Costa d’Avorio, la costruzione di barche di legno della Martinica. Entrato per la prima volta nella lista anche l’Elechek, il tradizionale copricapo cilindrico indossato dalle donne in Kirghizistan. Le danze riconosciute sono state, infine, il bolero cubano e messicano e la danza Garba dello stato indiano del Gujarat.
In copertina foto di TravelCoffeeBook da Pixabay