“Passo dopo passo” siamo passati dalla crisi alla deflazione e, conseguentemente, o inversamente, alla disoccupazione. Non ci sono più dati validi a ingenerare depressione che quelli della disoccupazione declinati in ogni forma: singoli, aggregati, disaggregati per comparto, su base mensile, trimestrale, annuale o annua. Sono i dati di un disastro totale.
Secondo le indagini dell’istituito nazionale di statistica la disoccupazione torna a salire e a luglio balzando al 12,6%, in rialzo di 0,3 punti percentuali su giugno e di 0,5 punti su base annua. Viene così cancellata la flessione del mese precedente, con il tasso che si riporta ai livelli di maggio, appena sotto i massimi storici.Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni è risultato pari al 42,9%, in calo di 0,8 punti percentuali su base mensile, ma in rialzo di 2,9 punti nel confronto annuo. Secondo l’Istat, sono in cerca di un lavoro 705 mila under25.
A fronte di questa ecatombe occupazionale ci viene proposta “un’altra canzone: mille giorni ….”; cioè no, scusate un’altra promessa: quella dei mille giorni renziani appena appena pronunciata. Mentre frau Merkel s’infuria con Draghi perchè s’è permesso di pensare di cominciare a perorare politiche economiche che non contemplino più solo ‘lacrime e sangue’ (che poi è sempre quello dei cittadini e mai quello dei politici e non si sa perchè, forse troppo tossico quello dei governanti?) ma anche qualche barlume di sviluppo, il nostro beneamato premier rottamatore tira fuori un’altra bella favoletta e ce la racconta con tanto di conferenza stampa di presentazione, mentre invia a Bruxelles la sua fida Mogherini a interssarsi della Politica Estera dell’Unione e all’orizzonte già fa capolino un rimpasto di governo.
Morale della favola? S’hanno da fare le riforme! Questa è la formula magica con che ci salverà. Si ma a chi?