Poeta, scrittore, cineasta, saggista. Pier Paolo Pasolini è stato un vero intellettuale, un attento osservatore della realtà che lo circondava. Un personaggio scomodo che ha messo a nudo i mali del Novecento. I mali che abbiamo portato con noi nel nuovo millennio. A 100 anni dalla nascita, Pier Paolo Pasolini ha ancora tanto da dirci, o forse siamo noi che non siamo riusciti ad andare avanti, a rispondere alle sue pungolate.
Senato&Cultura
E’ diventata virale la gaffe della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati che, lo scorso sabato 9 aprile, in occasione dell’appuntamento mensile “Senato&Cultura”, ha sbagliato il nome di Pasolini chiamandolo Gianpaolo invece che Pier Paolo. Senato&Cultura è un ciclo di eventi che si tiene ogni primo sabato del mese in concomitanza con l’apertura al pubblico di Palazzo Madama. Frutto di un protocollo d’intesa insieme alla Rai stipulato nel 2019 per diffondere la conoscenza del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese, gli eventi valorizzano i giovani talenti e le eccellenze italiane. L’evento dedicato a Pasolini nel centenario della sua nascita, è proseguito con un significativo omaggio di Dacia Maraini autrice del libro “Caro Pier Paolo” e di Giuliano Sangiorgi che ha interpretato il brano “Cosa sono le nuvole”.
“Abbiamo perso prima di tutto un poeta. E poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto in un secolo. Quando sarà finito questo secolo, Pasolini sarà tra i pochissimi che conteranno come poeta. Il poeta dovrebbe esser sacro.“
Orazione funebre di Alberto Moravia al funerale di Pier Paolo Pasolini
I 100 anni dalla nascita di Pasolini
Dal film “Cosa sono le nuvole” (del quale Pasolini fu regista e attore) nacque l’omonima canzone scritta insieme a Domenico Modugno. Con il cantautore pugliese, Pasolini aveva già collaborato nel film “Uccellacci e uccellini”: aveva scritto i titoli di testa e di coda in forma letteraria che Modugno aveva cantato sulle musiche di Ennio Morricone. L’attività di autore per la musica era per Pasolini un modo diverso di fare poesia. La poesia ha pervaso tutte le sue opere. Al suo funerale, Moravia disse di lui: “Abbiamo perso prima di tutto un poeta“. Un poeta maledetto, come si definì quando iniziarono i processi legati alla sua sessualità.
Pasolini contemporaneo
Una sessualità di cui trasferì i lati più oscuri e inaccettabili nei suoi romanzi “Ragazzi di vita” o “Una vita violenta”. Sessualità di cui decise di parlare apertamente nel suo documentario “Comizi d’amore”. Nelle sue interviste alle persone comuni, agli italiani, Pasolini parlò per la prima volta in modo aperto di omosessuali, di tradimento, di prostitute e divorzio. Con il suo sguardo privo di ogni giudizio di sorta, riuscì a scattare la fotografia di un Paese essenzialmente arretrato. Un Paese che si barcamenava essenzialmente tra l’ignoranza e la vergogna di affrontare il tema della sessualità, senza risparmiare le fasce più colte. Uscendo dalla torre d’avorio per andare a osservare la realtà che lo circondava, Pasolini ci ha restituito quella che dovrebbe essere la vera essenza di un intellettuale.