I partiti di destra in Italia: qual è la loro storia? Quale il percorso seguito dopo la caduta del Fascismo? “Non rinnegare, non restaurare” spiegò uno dei suoi esponenti Augusto De Marsanich. Tramandare gli ideali e prendere le distanze dal “male assoluto” affermò un altro esponente Gianfranco Fini. Oggi che l’Italia si appresta a essere governata da Fratelli d’Italia sentiamo riecheggiare il motto “Dio, patria e famiglia”. Facciamo una breve storia della destra italiana dal dopoguerra a oggi.
La fiamma tricolore
Nel 1946 vede la luce il Movimento Sociale Italiano. Nella neonata repubblica italiana, riunisce personaggi come Giorgio Almirante, Pino Romualdi e altri che hanno vissuto l’esperienza della Repubblica Sociale di Salò. Nasce infatti come partito d’ispirazione neofascista, di stampo conservatore. Aspira, cioè, a farsi portavoce dell’ideologia fascista, come testimonia la fiamma tricolore del suo simbolo, senza voler necessariamente riportare in vita il fascismo del Ventennio, ormai decaduto. Il primo successo elettorale il Movimento Sociale lo raggiunge alle elezioni comunali di Roma del 1947 (guadagna tre seggi all’interno del Consiglio). L’anno seguente, invece, ottiene l’ingresso nella Costituente di un suo rappresentante: Guido Russo Perez. Pochi mesi dopo, alle elezioni politiche ottiene il 2% alla Camera e lo 0,89% al Senato.
Negli anni Settanta vive il primo cambiamento: nel ’72 si unisce al Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica e prende il nome di Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale. In questo momento della sua storia mette da parte la matrice più prettamente fascista e di destra radicale per adeguarsi ai dettami costituzionali.
La svolta di Fiuggi
Il cambiamento più profondo avviene nel 1995 con la svolta di Fiuggi. Quell’anno l’allora segretario del partito, Gianfranco Fini, condusse un’operazione epocale. Prese ufficialmente le distanze dal Fascismo storico definendolo il male assoluto; dichiarò chiusa l’esperienza del Movimento Sociale e creò il nuovo partito Alleanza Nazionale. La nuova forza politica si poneva come simbolo di una destra più moderna, atlantista, ma soprattutto come attrice a tutti gli effetti della scena politica italiana in alleanza, appunto, con tutte le forze conservatrici del Paese. L’ala più radicale del movimento, guidata da Pino Rauti, contraria a questo nuovo indirizzo dato da Fini, confluì, invece, nel Movimento Sociale Fiamma Tricolore. La strada intrapresa da Fini renderà quasi naturale il confluire di Alleanza Nazionale, per le elezioni politiche del 2008, all’interno de Il popolo delle libertà insieme a Forza Italia. L’operazione sancirà una netta vittoria per la coalizione (con il suo 37,4% dei voti fu il partito più eletto) ma segnerà sul lungo termine la scomparsa di Alleanza Nazionale.
Partiti di destra in Italia: l’arrivo di Fratelli d’Italia
Nel solco della tradizione del Movimento Sociale Italiano prima e di Alleanza Nazionale poi, nel 2012, nasce il partito Fratelli d’Italia. Fondato da Guido Crosetto, Ignazio La Russa e Giorgia Meloni, il nuovo partito sostiene posizioni di destra ed estrema destra. Rispolvera il conservatorismo delle origini pur continuando l’operazione di smarcamento dal Fascismo. Così, dopo esattamente un secolo, l’Italia si appresta a essere guidata nuovamente da un partito di destra. I temi sul tavolo oggi sono l’euro e la comunità europea, i diritti LGBTQ+, l’eutanasia, la liberalizzazione della cannabis, la legge 194.
In copertina foto di Ralf Ruppert da Pixabay