Le elezioni politiche 2022 hanno portato alla vittoria la coalizione di centrodestra che con a capo Giorgia Meloni andranno a guidare il paese. Un voto che porta in alto la destra ma soprattutto vede la débâcle netta dei partiti di centrosinistra. Una sconfitta nata da un storia decennale fatta di scissioni e perdita d’identità della sinistra italiana. Una evoluzione della sinistra italiana che ha delle tappe ben precise, una timeline da ricordare ed esporre.
1921, la nascita del Partito Comunista d’Italia
21 Gennaio 1921, al X Congresso del Partito Socialista Italiano – che poi avrà una sua vita autonoma nell’ambito della sinistra italiana dall’era di Nenni a quella di Craxi- oltre 50mila membri del PSI decidono di lasciare il partito. La scissione, guidata da Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci, dal PSI diede vita al Partito Comunista d’Italia che fino alla sua fine nel 1991 divenne rappresentazione e partito egemone della sinistra italiana. Il PCI diede stabilità alla sinistra italiana nonostante alcune separazioni come quella che nel 1964 diede vita al Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP). Movimento politico che ebbe fine nel 1972 dove parte dei membri tornò nella fila del PCI mentre altri decisero di dare vita al Partito di Unità Proletaria per il Comunismo (PdUP per il Comunismo) che nel 1983 confluì all’interno del Partito Comunista.
1991, la fine del PCI e l’inizio delle scissioni “croniche”
Il Partito Comunista giunse alla “fine del suo cammino” il 31 Gennaio 1991 quando nel suo ultimo congresso, la mozione dell’ultimo segretario del PCI (Achille Occhetto) venne accettata. Il PCI si scoglie e si divide in due:
- Il 3 Febbraio del 1991 nacque il PDS ovvero il Partito Democratico della Sinistra (PDS). Venne eletto segretario lo stesso Achille Occhetto che nel 1994 lasciò il posto a Massimo D’Alema. Il partito raggiunse come massimo risultato con le elezioni del 1996 facendo “entrare” 172 deputati e 102 senatori
- Dal gruppo che si oppose alla mozione di Occhetto nel 1991 nacque Rifondazione Comunista. Partito ancora oggi in vita che ha visto come suo migliore risultato le elezioni del 2006 dove raccolse il 5,8% alla Camera e il 7,4% al Senato
Inizia, quindi, l’era del “frazionismo” a sinistra con l’apertura verso il centro e l’arrivo di tanti altri partiti di sinistra. Due parti della sinistra italiana che dal 1991 fino ad oggi subiranno cambiamenti, trasformazioni e scissioni. Una sorta di vetro infranto che porta, però, la sinistra sempre più ad allontanarsi sia dagli elettori che dalle proprie idee e dai programmi.
1998, la nascita dei DS e le tante scissioni di Rifondazione Comunista
Arriviamo al 1998 anno in cui avvenne l’ennesimo terremoto politico a sinistra. Partiamo da Rifondazione Comunista che tra il 1995 ed il 1998 vede due grosse scissioni prima quella post fiducia alla manovra finanziaria del Governo Dini che portò alla nascita del MCU (Movimento dei Comunisti Unitari). La seconda grande scissione in PRC avvenne nel 1998 quando in concomitanza con la crisi del Governo Prodi I venne fondato il partito dei Comunisti Italiani.
Cosa accade, invece, al PDS? Semplice, finisce il suo percorso politico per dare spazio ai DS ovvero i Democratici di Sinistra. Un partito politico che univa il “vecchio” PDS nato dalle ceneri del PCI con i Comunisti Unitari prima citati. L’universo dei Democratici di Sinistra, poi, nelle successive elezioni fino al 2007 va avanti fino all’entrata nelle grandi alleanze del centrosinistra come l’Ulivo e l’Unione.
2007 ad oggi, il Partito Democratico tra nascita ed innumerevoli scissioni
L’anno di svolta per il centrosinistra italiano sembra essere il 2007. Questo l’anno di nascita del Partito Democratico che si propone come vero aggregatore di tutti quei partiti di sinistra che dal 1991 sono nati da scissioni ed uscite di scena. Il PD nasce dall’unione dei DS e della Margherita ma la prima scissione è dietro l’angolo. Anno 2009 e Rutelli lascia il PD per creare Alleanza per l’Italia che si sciolse nel 2016.
Il 2015 vede l’addio di Civati che lascia il PD per creare Possibile ma anche quello di altri sei componenti del Partito Democratico per andare a creare Sinistra Italiana (prima come gruppo parlaentare poi come vero e proprio partito).
Altri due anni e nuova scissione. Dal PD decidono di uscire diversi volti noti ed importanti come Roberto Speranza, Pier Luigi Bersani, Massimo D’Alema, Arturo Scotto, Enrico Rossi e Massimiliano Smeriglio. Tutti insieme danno vita ad un nuovo progetto politico dal nome Articolo 1.
Il 2019 è l’ultimo anno ma segna il terremoto più grande all’interno del PD. Il “casus belli” è la formazione del Governo Conte II tra PD e Movimento 5 Stelle che incontrò la strenua contrarietà di Carlo Calenda che formò il partito Azione dalle “ceneri” di Siamo Europei ovvero il manifesto politico che portò lo stesso Calenda a diventare euro-parlamentare.
Non solo Calenda ma soprattutto l’ex segretario e presidente del Consiglio Matteo Renzi decise di lasciare il PD per creare il suo partito ovvero Italia Viva. I due partiti in queste elezioni politiche hanno deciso di unirsi per proporsi come “Terzo Polo” alternativo a centrodestra e centrosinistra con un risultato molto al di sotto delle aspettative nonostante il superamento della soglia di sbarramento a Camera e Senato.
La sinistra delle tante coalizioni senza successo
Da una parte abbiamo visto come il centrosinistra sia diventato il vero polo dove i voti delle persone di sinistra si sono concentrati. Nonostante ciò, nel corso delle varie elezioni sono nate diverse coalizioni che hanno avuto vita brevissima:
- 2008, in vista delle elezioni politiche nasce la “Sinistra Arcobaleno“. Al suo interno sono confluiti Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Verdi e Sinistra Democratica. Alle urne, la coalizione guidata da Fausto Bertinotti ottenne un misero 3% che non permise alla Sinistra Arcobaleno di poter eleggere alcun deputato o senatore all’interno del rieletto parlamento italiano. Questo segnò l fine della Sinistra Arcobaleno.
- 2009, per le elezioni europee nasce Sinistra Ecologia e Libertà che riuniva Movimento per la Sinistra, Partito Socialista Italiano, fondazione dei Verdi e Sinistra Democratica. Il partito non trovò grandi spazi all’interno della scena politica italiana e nel 2016 confluì nella neonata Sinistra Italiana nata dalla scissione col PD.
- 2012, in vista delle elezioni politiche del 2013 politiche dell’anno successivo la sinistra vede la nscita della lista “Rivoluzione Civile“. Alla guida della coalizione (formata da Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Verdi ed Italia dei Valori ) vediamo l’ex magistrato Antonio Ingroia. Così come la Sinistra Arcobaleno, anche per Rivoluzione Civile arrivò la débâcle elettorale dove i risultati non permisero il superamento della soglia di sbarramento in nessuna delle due camere.
- L’ultimo caso di alleanza di sinistra è quella delle appena finite politiche 2022 con Alleanza Verdi e Sinistra. L’unione di Alleanza Verde, Sinistra Italiana (che a sua volta unisce diverse scissioni dal PD come Articolo 1 e Liberi e Uguali) e Possibile frutta un 3,63% alle urne superando per pochissimo la soglia si sbarramento.
Chi è più di sinistra?
La timeline finisce con le elezioni del 2022 con la sconfitta della sinistra. Dal 1991 sono state oltre 20 le scissioni, unioni e trasformazioni dei vari partiti che “fluttuavano” nell’universo della sinistra italiana. Un continuo movimento che ha portato ad una frammentazione sempre più ampi con tanti pezzi sparsi in giro per quella grande stanza di nome “politica italiana”. Le ideologie sono state messe da parte, le idee ed i contenuti anche. Sarà, quindi, giunto il momento di ricomporre quel grande specchio infranto ormai 40 anni fa?
Foto di Luisella Planeta da Pixabay