I disturbi alimentari non sono qualcosa da prendere alla leggera. Esistono tante diversi disturbi legati al cibo e bisogna sempre parlarne con cognizione di causa.
Disturbi alimentari, un po’ di numeri
Il disagio adolescenziale e i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (DAN anoressia, bulimia, binge eating), alla luce delle conseguenze della crisi corona-virus, rappresentano una vera e propria epidemia che ha fatto registrare un incremento preoccupante tra ragazze e ragazzi.
Sono più di tre milioni, in Italia, le persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare, mentre ogni anno quasi 3mila muoiono a causa di queste patologie. Le donne sono più colpite: quasi il 96% dei casi interessano infatti la popolazione femminile.
Intervista al Dottor. Leonardo Mendolicchio
Cos’è Food For Mind?
La rete è nata nel 2018 per volontà del Dott. Leonardo Mendolicchio, medico psichiatra, Responsabile U.O.C. Riabilitazione dei Disturbi Alimentari dell’Istituto Auxologico Italiano I.R.C.C.S. di Piancavallo. Dopo averla fondata, il Dott. Mendolicchio, tra i maggiori esperti di queste patologie in Italia, ha assunto la direzione scientifica della rete di centri Food For Mind ed è inoltre responsabile del centro Food For Mind di Milano, nonché Presidente dell’ OIDA.
Attualmente si contano sedici centri attivi a Cagliari, Campobasso, Catania, Foggia, Genova, Milano, Mondovì, Palermo, Roma, Sassari, Savona, Siracusa, Torino, Varese, Venezia e Napoli. Si prevede inoltre l’apertura di altre sedi italiane tra cui, entro marzo, quella di Bari, e di ampliare l’orizzonte d’interesse anche all’estero.
In linea con le raccomandazioni nazionali ed internazionali e sulla base delle esperienze professionali maturate sul campo, in Food For Mind si lavora in equipe interdisciplinari: gruppi di lavoro costituiti da professionisti di diverse discipline (psichiatri, psicologi, nutrizionisti, chinesiologi e altri), con formazione specifica in trattamento dei DAN, che integrano e coordinano le risorse e le competenze, condividendo obiettivi e strategie comuni, strutturando così percorsi terapeutici ad hoc, rivolti alle persone affette da tali disturbi ma anche ai familiari o caregivers.