Si tratta di un’ anomalia di tipo ereditario nella sintesi della melanina nella pelle, nell’iride e nella coroide, nei peli e capelli causata dall’ assenza o difetto dell’enzima tirosinasi responsabile della sintesi melaninica.
Chi soffre di questo disturbo, per la caratteristica dello stesso, è maggiormente esposto a rischi derivanti dall’esposizione ai raggi solari e può presentare forme di patologie visive come fotofobia, nistagmo e astigmatismo.
Testimonianze storiche di individui “dalla pelle chiara” si ritrovano già negli scritti di autori Greci e Latini quali Plinius Secundus il vecchio e Aulus Gellius, da ciò, si può facilmente dedurre che la letteratura medica in materia inizia ben presto, catalogando l’albinismo fra le prime malattie di carattere ereditario.
Il primo a utilizzare il termine albino, sembra sia stato un esploratore Portoghese che in Africa notò la presenza, insieme ai nativi di pelle scura, di individui dalla pelle chiara. Pensando che si trattasse di due fenotipi presenti in loco definì come albini gli uomini dalla pelle chiara. Man mano che il mondo svelava i suoi segreti e con la scoperta di nuovi continenti e gruppi etnici l’albinismo iniziò a prendere la definizione che conosciamo oggi dando spazio, purtroppo, anche alla ghettizzazione. In America, infatti, nel corso del XIX secolo, le persone affette dal disturbo ereditario divennero oggetto di spettacoli ludici e circensi.
Ci sono diverse forme di albinismo conosciute in epoca moderna: L’Albinismo Totale: si tratta di una forma molto rara. I soggetti affetti hanno la pelle bianchissima e capelli molto delicati di colore giallo quasi tendente al bianco mentre gli occhi sono generalmente di colore grigio o rosati. L’Albinismo Parziale: è una forma più frequente. La deficienza di pigmentazione si colloca in zone circoscritte del corpo quali un ciuffo di capelli, parti cutanee o uno degli occhi. L’Albinismo oculo –cutaneo: concerne tutta la superficie corporea, ne viene affetto all’incirca in un neonato ogni 35mila. L’albinismo oculare: caratterizza la depigmentazione della retina, per questo, chi ne soffre ha spesso un visus ridotto;, si manifesta in un neonato ogni 15mila. Contrariamente a quanto si possa pensare, il disturbo non riguarda solo gli uomini, è molto diffuso anche fra il genere animale. Casi di albinismo animale parziale, per esempio, sono il leone maschio del Sudafrice, la tigre di Rewa e il pitone del Ceylon, diversamente, il gorilla della Guinea Equatoriale è un caso di albinismo puro.
Nel regno animale l’albinismo non è però cosi’ diffuso considerando che in natura l’animale albino è selezionato negativamente, questo perché i maschi di molte specie attirano le femmine grazie ai loro colori vivaci, dunque, il rischio per l’animale albino di non riprodursi è molto elevato.
Per quanto concerne il più antico, quanto fedele amico dell’uomo, i genetisti distinguono fra cani portatori del gene albino e cani bianchi con mucose scure, portatori del gene bianco che non rientra nel disturbo analizzato. Diversamente dal mondo umano, per il cane, l’albinismo si configura come una malattia del metabolismo che genera talvolta sordità congenita, patologie della pelle e riduzione delle difese immunitarie. Per il gatto siamese, invece, il colore è dovuto all’azione di un gene della serie allelica dell’albino, che provoca la riduzione di pigmento nelle aree più calde del corpo, solo le parti periferiche risultano quindi colorate.
Ma cosa vuol dire convivere con l’albinismo? Cosa significa nascere albini in Africa ad esempio?
Vittime dei pregiudizi e delle credenze popolari, le persone affette da albinismo sono quotidianamente oggetto di violenza nei luoghi neri dell’Africa. Il sangue e le parti del corpo di queste persone vengono utilizzate per preparare pozioni magiche e talismani che favoriscono affari e affetti. Un arto arriva a costare dai 3 ai 4 mila dollari e il prezzo arriva sino a 75 mila dollari per l’intero corpo. Si pensa che più l’individuo soffra durante l’attuazione dell’atrocità più il suo sangue sia magico.
Atrocità, che hanno spinto, nel 2008, alla fondazione dell’Associazione Under the Same Sun, con base in Tanzania. Organizzazione che mira a difendere queste persone dai gravi crimini che si compiono. Nei territori della Guinea, Tanzania, Costa D’Avorio, Burundi e Suriname, la percentuale di attacchi alle persone affette da albinismo aumenta nei periodi di elezioni politiche, periodi, in cui le persone restano segregate in casa per evitare i soprusi degli stregoni. Il business, stando a un reportage della Bbc, sarebbe alimentato dagli uomini d’affari che possono permettersi l’acquisto dei “portafortuna”.
La credenza comune vuole che gli albini si dissolvano nel nulla, tuttavia, non pare così, la sorte di queste persone è legata agli stregoni. Pare che in Tanzania, il tasso di albini sia il più elevato del resto del mondo. Alcune ricerche genetiche hanno dimostrato che il gene è apparso per la prima volta in Africa orientale in seguito a una mutazione genetica e, da questo momento, è stato tramandato di generazione in generazione.
Le discriminazioni, ovviamente, non restano in Africa, se è vero che tutto il mondo è paese, ovunque nel mondo ci sono casi di discriminazione sebbene non documentati.
Fortunatamente chi è affetto dal disturbo oggi può godere di uno stato di salute normale e condurre una vita regolare. L’ignoranza e il pregiudizio invece, sono un serio problema.