L’Università di Napoli “L’Orientale” in collaborazione con il Comune di Napoli, con il Goethe Institut di Napoli e con Arci Movie presentano “Paradisi Perduti Satana e il demoniaco nelle culture occidentali” il convegno internazionale che si terrà il 13-14 dicembre 2017 dalle ore 15.00 nella Sala del Capitolo del Complesso Monumentale di S. Domenico (Vico San Domenico Maggiore, 18).
“Dopo la bella esperienza dello scorso anno, in cui abbiamo scelto Napoli per un convegno internazionale sulla drammaturgia di John Ford, il nostro gruppo di ricerca – dichiara Roberto D’Avascio presidente Arci Movie e componente del comitato scientifico – composto da giovani docenti di diverse università italiana, ha invitato a Napoli tanti docenti e ricercatori, di grande spessore intellettuale, da tutta Italia tra il 13 e 14 dicembre per un nuovo convegno dedicato alla figura di Satana nell’arte. Un tema ancora di grande modernità, toccato dal cinema recente in maniera moto forte in opere come Liberami, vincitrice della sezioni Orizzonti alla mostra del cinema di Venezia 2016 o con l’ultima opera di Wiiliam Friedkin su padre Amorth, che vuole indagare il reale a partire da una prospettiva paradossale e “ultraterrena”, che ben si sposa con la complessità della nostra città, luogo di un immaginario contraddittorio, che spazia dalla definizione cinquecentesca di “paradiso abitato da diavoli” fino alla costruzione diabolica di Palazzo Penne, passando per la vicinanza con il lago d’Averno, antico accesso agli Inferi”.
25 studiosi a confronto che dialogheranno sulla controversa e discussa figura del diavolo
Il convegno è articolato in tre sessioni costruite secondo una logica attenta alla periodizzazione e alla coesione formale e tematica, nonché agli indirizzi critici e alle aree disciplinari dei relatori. Oggetto di approfondimento della prima sessione sono le immagini e le trasfigurazioni di Satana, lette attraverso i classici fondativi della cultura e della letteratura occidentali: dalla Bibbia alla Commedia, da Milton a Bulgakov. La seconda sessione analizza le incarnazioni di derivazione satanica nell’Europa (pre)moderna: il Vice nei drammi inglesi quattro-cinquecenteschi, i demoni del teatro del Siglo de Oro, il Mefistofele di Marlowe, fino ai diavoli sul palcoscenico giacomiano, per guardare, poi, alla teosofia francese rivoluzionaria e, mutando la prospettiva, alle riletture parodiche ottocentesche. L’ultima sessione, orientata alla contemporaneità e alla intermedialità, si concentra, invece, sul motivo della possessione diabolica analizzata in relazione al genere (attraverso specifiche figure del demoniaco femminile) e ai generi, con un focus conclusivo sul patto col diavolo dichiarato dal chitarrista blues Robert Johnson.
La figura di Satana ha subito, nel corso dei secoli, molteplici riletture e ricodificazioni rispetto alla parola biblica che l’ha originata. Ora espressione del male radicale, ora incarnazione dello spirito di rivolta romantico, la rappresentazione dell’Angelo caduto è servita a dar voce a interrogativi ideologici e culturali non solo di matrice teologica, ma perfino scaturiti dal clima di relativismo assiologico del mondo secolarizzato. Il prisma di tali trasformazioni, sempre giocate sul discrimine fra marginalità culturale e centralità simbolica, sarà l’oggetto di indagine delle due giornate di studio che, in una prospettiva interlinguistica e interdisciplinare, analizzeranno il personaggio di Satana, la sua parola e le sue personificazioni, per tracciare costanti e varianti di un archetipo che, nel tempo, ha fatto della metamorfosi una ragione di continuità.
Durante le due giornate di studio, le comunicazioni accademiche saranno accompagnate dalla lettura, di passi tratti da alcune delle opere letterarie presentate affidata agli attori napoletani Fabrizio Nevola e Gianni Sallustro.