“I bambini hanno il diritto di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma, capaci di creare un ambiente idoneo al loro sviluppo e alla loro maturazione affettiva”.
“Nel nostro tempo il matrimonio e la famiglia sono in crisi. Viviamo in una cultura del provvisorio, in cui sempre più persone rinunciano al matrimonio come impegno pubblico”.
“Il declino della cultura del matrimonio è associato a un aumento di povertà e a una serie di numerosi altri problemi sociali che colpiscono in misura sproporzionata le donne, i bambini e gli anziani. E sempre sono loro che soffrono di più, in questa crisi”.
“Per la maggior parte di noi la famiglia costituisce il luogo principale in cui incominciamo a respirare valori e ideali, come pure a realizzare il nostro potenziale di virtù e di carità”, ma non è così se prevale il maschilismo, cioè l’idea semplicistica che tutti i ruoli e le relazioni di entrambi i sessi sono rinchiusi in un modello unico e statico. Un’idea che non va confusa con “la complementarietà tra uomo e donna in questo contesto”.
Questo quanto dichiarato da Papa Francesco, il Papa rivoluzionario, per riaffermare i valori della fede per i cristiani che si va a riallacciaere a quanto dichiarato nei giorni scorsi riferito ai medici e che indirettamente andava a toccare temi come aborto ed eutanasia.
“Se il giuramento di Ippocrate vi impegna a essere sempre servitori della vita – ha detto -, il vangelo vi spinge oltre: ad amarla sempre e comunque” e ancora “Non si gioca con la vita”, infine “La fedeltà al vangelo della vita e al rispetto di essa come dono di Dio, a volte richiede scelte coraggiose e controcorrente che, in particolari circostanze, possono giungere all’obiezione di coscienza”.
Sembra proprio che il Papa rivoluzionario, quello che viene dalla fine del mondo, quello che sta sempre dalla parte degli ultimi stia ora facendo spazio al Bergoglio soldato di Cristo, al Papa Gesuita. Come si conciliano queste due facce, diciamo un po’ antitetiche fra loro?