Venerdì 27 marzo papa Francesco ha impartito ai fedeli la benedizione Urbi et Orbi con la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria. Un gesto dall’altissimo valore simbolico in un momento così difficile, per il Paese e per il mondo intero, che ha voluto dare forza e conforto a quanti soffrono e a quanti sono impegnati in prima linea nella lotta alla Coronavirus. Un momento dal fortissimo impatto emotivo che difficilmente dimenticherà anche chi non è particolamente credente.
Piazza San Pietro in tempi di Coronavirus
Il senso di quello che stiamo vivendo in queste settimane è tutto lì, in una Piazza San Pietro vuota, griga e umida di pioggia, con un Papa che impartisce la sua benedizione in assoluta solitudine. La culla del cattolicesimo mondiale, da sempre gremita di fedeli col naso all’insù e gli occhi rivolti alla finestra col drappo rosso, è oggi un potenziale luogo di assembramenti, l’autostrada sulla quale corre la nuova minaccia: il Covid-19. Da quella piazza papa Francesco, in un venerdì di Quaresima, ha impartito la sua benedizione Urbi et Orbi con indulgenza plenaria.
L’indulgenza plenaria di papa Francesco: che significato ha
Il perdono è la base della religione cattolica. Secondo la Chiesa, Gesù, con la sua vita, ha mostrato a noi uomini la misericordia di Dio superando l’impostazione dell’Antico Testamento che vedeva il Signore come un castigatore. Non a caso esiste il sacramento della confessione che concede la remissione dei peccati. Tuttavia tale perdono non esime il “perdonato” dall’affrontare la penitenza conseguente al suo peccato. Una penitenza che può essere la recita di alcune preghiere o, dopo la morte, il passaggio attraverso il Purgatorio. L’indulgenza plenaria annulla, per chi la riceve, la penitenza conseguente al perdono. Non stiamo parlando di un condono, come potrebbe sembrare, bensì del riconoscimento delle sofferenze patite sulla terra. È questo il vero significato dell’indulgenza plenaria.
Quest’atto di misericordia celebrato lo scorso venerdì è stato rivolto, infatti, a tutti i malati di Coronavirus, agli operatori sanitari al momento impegnati in questa emergenza, a quanti assistono i malati di Covid-19 nelle case e a chiunque abbia voluto mettersi in preghiera col Santo Padre. Come si ottiene l’indulgenza plenaria? La Chiesa stabilisce un percorso di preparazione che parte dalla confessione e la comunione, prosegue con preghiere secondo le intenzioni del Papa e si conclude con un atto concreto tra quelli ammessi dalla Chiesa come, ad esempio, la visita a una Basilica nel periodo del Giubileo. Indispensabile la predisposizione d’animo di chi richiede il perdono: il distacco totale dal peccato e il sincero pentimento.
Per questa occasione particolare, non è stato necessario accostarsi a sacramenti o recarsi in un luogo di culto, bensì collegarsi al momento della celebrazione attraverso i mezzi di comunicazione.
Il crocifisso miracoloso
Per questa occasione delicata, il papa ha voluto esporre all’ingresso della Basilica di San Pietro il crocifisso “miracoloso”, il crocifisso ligneo del Trecento protagonista di eventi dal sapore prodigioso. Nel 1522 fu portato in processione per le strade di Roma all’epoca invasa dalla peste che dopo una settimana si fermò. Un gesto forte anche questo, dunque, di grande significato che rivela la nostra piccolezza di fronte a certi eventi della vita. Sì, il senso di quello che stiamo vivendo in queste settimane è tutto lì, in una piazza vuota, in un Cristo appeso alla sua croce lasciato solo a salvare il mondo.